La casa di tutte le guerre, Simonetta Tassinari
Corbaccio
252 pagine, 14.90 euro
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Le case possono nascondere e custodire in silenzio i segreti delle famiglie che ospitano e che hanno ospitato in passato. Esattamente come un paio di occhi che vedono un'epoca precedente alla nostra e ne conservano il ricordo. Ne La casa di tutte le guerre troviamo questo e molto altro. Silvia, intelligente ed esuberante ragazzina di quasi undici anni, trascorre le vacanze nella villa della nonna paterna in Romagna: qui scopre segreti taciuti e intreccia nuove amicizie che la mettono nei guai. Questa per lei è l'estate dei grandi cambiamenti, delle scoperte e del passaggio a un'età più consapevole.
Il romanzo è ambientato negli anni '60, periodo storico affascinante e controverso, che viene qui perfettamente ricreato con precisione. Nulla sembra lasciato al caso. Simonetta Tassinari riesce a trasmetterci senza riserve l'atmosfera speranzosa e utopica di quel decennio. Descrive poi con partecipazione la musica e il look di rottura di Caterina Caselli e di Patty Pravo, senza dimenticare quel senso di vicinanza e di amicizia che spingeva le persone a lasciare la porta di casa aperta. Il lettore viene letteralmente trasportato in un'altra epoca. Per prima cosa cambia la concezione dell'amore, che assume toni più romantici e risente del giudizio e del divieto dei genitori. In secondo luogo veniamo circondati da uno smisurato senso di appartenenza familiare. In questo modo chi legge percepisce come suoi i sentimenti dei protagonisti e ne coglie meglio tutte le sfumature. Nonostante l'ambientazione d'altri tempi, questo romanzo riesce ad essere perfettamente attuale o, almeno, ad essere percepito come tale, grazie alla bravura narrativa e descrittiva dell'autrice, che ci fa sentire a nostro agio in un salotto vecchio di quasi cinquant'anni.
Per quanto riguarda i personaggi, la descrizione resta a volte a livello superficiale: l'autrice gioca con il detto non detto e con l'allusione, giostrandosi con disinvoltura tra i vari intrecci. La protagonista è ben rappresentata nella sua giovane età: a tratti è però troppo invadente e molesta, sfiorando quasi l'antipatia. Il personaggio più realistico e affascinante è invece Lisa, amica e controparte di Silvia: in apparenza ruvida e scontrosa, nasconde talento e personalità. Nonostante parli poco, si rivela una presenza sempre interessante. Unico spunto ironico e divertente è affidato alla sorella della nonna di Silvia, la zia Maggie, pittrice inglese alquanto stravagante e per questo dotata di un senso dello humour tutto suo: con la sua irresistibile simpatia regala ritmo al romanzo e sorrisi al lettore.
I dialoghi sono intensi e verosimili, a volte un po' prevedibili, così come la trama. I segreti che stanno alla base del romanzo sono forse in parte già annunciati: La casa di tutte le guerre non vuole comunque essere un giallo, il bello della rivelazione finale è il modo in cui vi si arriva, soprattutto le parole utilizzate dall'autrice; potremmo dire che comprende le caratteristiche di un romanzo di Sveva Casati Modignani, con l'aggiunta di un tocco di mistero e una protagonista di quasi undici anni veramente esplosiva. L'autrice decide di non approfondire l'analisi dei sentimenti di Silvia; l'atmosfera generale non si fa mai drammatica, anche se a volte le situazioni lo permetterebbero, ma resta sempre quell'alone di calma, tranquillità e sicurezza proprie forse dell'epoca.
Ci troviamo quindi davanti a quello che potrebbe essere definito come un potenziale dramma trattato a tinte chiare. Lo stile è scorrevole, leggero ma ben scritto: è uno degli aspetti che eleva il libro dai semplici romanzi sentimentali. Il ritmo della narrazione è costante: tra allusioni e apparenti coincidenze non rischiamo mai di annoiarci e di pagina in pagina rimaniamo irretiti dallo stile convincente dell'autrice.
In conclusione, La casa di tutte le guerre è un libro fortemente ottimista che fa della positività e della leggerezza i suoi punti cardine, ma anche un romanzo con sfumature sentimentali incredibilmente ben scritto. Per quanto riguarda l'aspetto storico, vediamo e sentiamo un altro secolo con le sue tradizioni e i ritmi diversi. Il lettore viene infatti completamente rapito dall'epoca presentata nel volume fino a farla quasi sua. Lo stile, infine, distacca La casa di tutte le guerre dalla massa.
Voto:
è nata a Cattolica ed è cresciuta tra la costa romagnola e Rocca San Casciano, sull’Appennino. Vive da molti anni a Campobasso, in Molise, dove insegna Storia e Filosofia in un liceo scientifico. Prima di scrivere La casa di tutte le guerre ha attraversato diversi generi, dalla sceneggiatura radiofonica alla saggistica storico-filosofica, dal romanzo storico al romanzo brillante, pubblicando, tra gli altri, per Giunti ed Einaudi scuola.
Ha vinto il premio «Il Pungitopo» e il «Premio di narrativa italiana inedita», e ha collaborato con giornali e riviste. Vive in campagna con la famiglia, tre gatti e un cane.
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