Vita dopo vita, Kate Atkinson
Nord Editore
521 pagine, 18,60 euro
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L'idea che sta alla base di Vita dopo vita di Kate Atkinson è geniale: la protagonista Ursula continua a morire e a rinascere, ogni volta cercando di risolvere gli "errori" che ha commesso nella sua vita precedente, ovvero quelle scelte sbagliate che l'hanno portata ad una fine prematura. Ursula ha una percezione sfocata e vaga di quello che è successo ma sa quando potrebbe arrivare il pericolo e riesce spesso ad evitarlo, sia che si tratti di contrarre la spagnola o di morire in un bombardamento.
Come mai Ursula ha queste capacità miracolose? La scrittrice non dà ai lettori una vera e propria spiegazione: lo psicologo presso cui è in cura la ragazza parla di reincarnazione, eterno ritorno e strani ricordi legati ad esperienze passate, ma niente di più concreto. Le numerose vite della protagonista sono alla fine un semplice artificio letterario che l'autrice utilizza per poter raccontare una storia da punti di vista diversi e con conclusioni antitetiche: dimostra così come le scelte possano determinare cambiamenti drastici nelle nostre vite ma anche in quelle di chi ci sta vicino.
La narrazione è circolare: inizia con la nascita di Ursula e finisce allo stesso modo. Segue la sua crescita e l'età adulta in Inghilterra, in Germania o ovunque la porti il caos delle scelte. Vita dopo vita è quindi principalmente il romanzo di formazione di Ursula ma anche l'epopea della famiglia Todd tra le due guerre mondiali.
Dopo lo stupore e l'entusiasmo dei primi capitoli però il lettore rischia di perdersi tra le morti, le riprese e soprattutto gli sbalzi temporali a volte anche notevoli: Vita dopo vita infatti si dipana inizialmente con brio ma rischia col tempo di rimanere intrappolato in questa struttura ad incastro fin troppo ambiziosa. Si rischia di incorrere nella noia: rileggere sempre la stessa vicenda, anche se con cambiamenti sostanziali, può essere traumatico.
Quello che attrae e stupisce di Vita dopo vita in definitiva non è la particolare struttura narrativa, sottolineata così bene dalla sinossi, ma la capacità dell'autrice di comprendere e descrivere la psicologia dei suoi personaggi. Il matrimonio di Ursula in una delle sue molte vite e i maltrattamenti che riceve dal marito, per esempio, sono rappresentati in modo davvero realistico, così come il suo atteggiamento ferito nel continuare a difenderlo e a credersi tanto colpevole e sbagliata da meritare un trattamento simile. Kate Atkinson mostra di conoscere davvero da vicino i meccanismi del cervello umano.
I personaggi di Vita dopo vita sono quasi tutti particolari e approfonditi, a partire dalla protagonista che incontriamo da bambina e poi da adulta. Ursula è uno spirito libero, intelligente e speciale, si dimostra per l'epoca sicuramente una donna molto emancipata. Ha diverse storie sentimentali ma nessun vero amore e sembra quasi non averne bisogno. Gli uomini di Ursula sono molto vari ma non rappresentano mai qualcuno su cui la ragazza possa effettivamente contare: sono più che altro dei buoni amici con cui passare qualche ora in serenità ma non figure fatte per restare nella cerchia degli affetti. L'amore romantico non sembra un sentimento fondamentale ed è sicuramente sostituito da quello, forte ed eterno, per i suoi cari. Per Ursula la famiglia è infatti molto importante e intorno ai Todd ruota tutta la narrazione. Ognuno di loro ha un atteggiamento ben definito e unico: la madre in particolare risulta una donna isterica ed egocentrica con cui è difficile avere a che fare, l'unica persona con cui forse Ursula non riesce a creare un rapporto positivo.
Vita dopo vita è un libro realistico, ricco di dialoghi verosimili e ben gestiti. I pensieri di Ursula costituiscono uno dei nuclei fondamentali del romanzo e si fanno sempre più profondi e in alcuni casi toccanti. Le descrizioni e le ricostruzioni storiche sono inoltre maledettamente credibili: tutta la parte sui bombardamenti di Londra è infatti davvero ben realizzata. Con piccoli riferimenti qua e là ad una madre e un bambino o ad una vita che non c'è più l'autrice commuove e strazia la natura umana senza esagerare.
Lo stile di Kate Atkinson è molto diretto, raffinato e preciso. Mi ha ricordato in parte quello dei modernisti del secolo scorso, soprattutto Virginia Woolf e la sua manipolazione del tempo in Gita al faro. Il tentativo di decostruire il romanzo tradizionale che all'epoca era sembrato un obiettivo innovativo e spregiudicato al giorno d'oggi rischia però di sembrare troppo ambizioso o addirittura anacronistico.
Ursula lotta fino all'ultima pagina con un fato che si accanisce contro di lei dalla nascita; cerca, coscientemente o no, di raddrizzare la sua vita e quella degli altri e addirittura di cambiare eventi storici importanti come l'avvento di Hitler e la seconda guerra mondiale. Sul finale, che rimane comunque piuttosto "aperto", parte di quello che Ursula aveva ottenuto si distrugge riavvolgendo il nastro per l'ennesima volta e lasciando un messaggio definitivo: per quanto la protagonista possa impegnarsi il mondo sarà sempre dominato dal caso e l'uomo, anche dotato di percezioni miracolose, non potrà mai prendere la decisione perfetta per sé e per i propri cari ed essere al contempo del tutto padrone del proprio destino.
Voto:
E' vero che è scritto bene e che è un testo molto curato, personalmente però l'ho trovato anche lento noioso, a tal punto che ho sospeso la lettura. Magari la riprenderò in un momento migliore!
RispondiEliminaA me è piaciuto molto, sia per la struttura circolare, sia per l'accuratissima ricostruzione storica
RispondiEliminaA tratti diventa un pò pesante, però ha un suo perché ed un messaggio forte da trasmettere.
E' un libro a cui bisogna dedicare del tempo.
RispondiEliminaA tratti può risultare effettivamente lento ma ha delle improvvise accelerate che ripagano l'attesa.
Io l'ho trovato davvero, davvero notevole. Uno dei libri più belli, e interessanti, della letteratura British contemporanea.
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