Vae victis è una locuzione latina che letteralmente significa Guai ai vinti. È divenuta proverbiale in molte culture e viene più frequentemente utilizzata come amaro commento dinanzi a una crudele sopraffazione o a un beffardo accanimento di chi ha di fronte un avversario non più in grado di difendersi.
Vae Victis è il titolo dell'opera di Daniela Brisone riadattata in forma di fumetto dalle tavole di Storm Neverland, e edito da La mela avvelenata, casa editrice digitale attiva dal 2013, che si occupa in particolar modo di racconti horror, fantasy, fantascientifici ed erotici.
Il primo volumesi apre sulla Chicago del 1929, in pieno proibizionismo. Vengono subito introdotti i due detective protagonisti, Dave Carter e Erik Hangover, alle prese con le indagini sullo sfuggente Al Capone. A distoglierli dal caso intervengono, però, altri delitti e svariate stranezze - fra cui un'orda di sonnambuli che ogni notte si riversa per le strade della città mormorando frasi incomprensibili.
Il primo volumesi apre sulla Chicago del 1929, in pieno proibizionismo. Vengono subito introdotti i due detective protagonisti, Dave Carter e Erik Hangover, alle prese con le indagini sullo sfuggente Al Capone. A distoglierli dal caso intervengono, però, altri delitti e svariate stranezze - fra cui un'orda di sonnambuli che ogni notte si riversa per le strade della città mormorando frasi incomprensibili.
Il filone dell'opera è quello horror-erotico, e non tarda a prendere in prestito uno dei mostri più celebri del panorama orrorifico, ossia lo Cthulhu di Lovecraft, che campeggia anche sulla copertina del fumetto, ma che, per ora, è solo una comparsa marginale.
Sebbene questa introduzione sia breve, e non basti a farsi un'idea definitiva sulla storia, il materiale è sicuramente buono. I due protagonisti incarnano bene il modello del detective solitario e malinconico, a cui spesso si rifanno i racconti polizieschi, pronto ad accettare e combattere qualsiasi cosa capiti sulla sua strada. A perpetuare il cliché sono anche le atmosfere, che creano una degna cornice di panorami cupi e degradati. Questo modello ormai consolidato, lungi dal danneggiare l'opera, ne esalta invece la storia e la godibilità, complice anche le personalità ben tratteggiate dei due protagonisti.
La commistione di più eventi, ossia l'indagine su Al Capone, i sonnambuli e l'omicidio di una bellissima donna che popola le fantasie di uno dei detective, contribuiscono a infittire la trama e a tenere vivo l'interesse del pubblico, in attesa di scoprire l'evolversi degli eventi. Eventi che non si risolveranno in questo volume.
A fare da contorno al tutto ci sono immancabili, svariate scene erotiche di diverso tipo.
Lo stile scelto per questo fumetto richiama un po' quello di Diabolik, caratterizzato dal predominio della parola sulle immagini: ogni vignetta è corredata a spiegata da un testo, non è mai l'immagine a parlare per prima. Sono tuttavia testi ben congegnati, con un'accurata scelta di parole ed espressione. I dialoghi che li completano sono estremamente realistici.
Per quanto riguarda il contributo di Storm Neverland, non si può che ammirarne lo stile dal disegno forse non sempre perfetto, ma comunque molto bello e curato, con un impatto emotivo e un'attenzione per i dettagli davvero ammirevole. Si nota la ricerca di un approccio personale contraddistinto da piccoli sprazzi di colore sapientemente disposti. Evidente è anche la bravura nell'organizzare le scene e nel disporre le vignette che sottolineano i passaggi chiave e le atmosfere della storia. Proprio per questo sarebbe stato più apprezzata un'impostazione con più spazio al disegno anziché alle parole, considerato che spesso le seconde, alla luce della chiarezza dei disegni, risultano superflue.
In definitiva, Vae Victis si propone come l'interessante avvio di un racconto con delle ottime premesse sia narrative sia figurative.
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