giovedì 14 ottobre 2010

La breve favolosa vita di Oscar Wao - Junot Diaz

Trama:
"La breve e favolosa vita di Oscar Wao": già dal titolo si capisce che il romanzo non avrà un lieto fine classico. Ma non importa. Perché la vita di Oscar - ribattezzato Wao da un amico dominicano che storpia il nome di Wilde è davvero favolosa. Da favola. Da favola letteraria, magica e realistica al tempo stesso. Nasce e cresce nel New Jersey, il grasso, poco attraente, intelligente e parecchio eccitato Oscar. Sua madre Belicia è una ex reginetta di bellezza scappata da Santo Domingo perché perseguitata dal clan del dittatore Trujillo, la sorella, Lola, è una ragazza dolce, assennata e insieme spericolata come tutte le dominicane di Diaz. L'intero albero genealogico di Oscar, come quello di altre migliaia di dominicani, è composto da figure torturate, espropriate, martirizzate.


Recensione:
Le saghe sudamericane sanno di caldo afoso, parole ridondanti, spezie e antiche leggende.
La storia di Oscar, denominato Wao, sa di una terribile parola: 
fukù.
Il fukù è una maledizione che incombe sulla famiglia di Oscar dai tempi della dittatura di Trujillo, si ripercuote su ogni membro ricordando quelle tragedie greche senza fine in cui le colpe dei padri ricadono sui figli e patricidi, matricidi, fratricidi sono protagonisti di sventure da cui non si può sfuggire. Tutti saranno sterminati, alla fine.
Oscar non è da meno. La sua breve e favolosa vita trascorre tra film di fantascienza, libri di Stephen King, racconti interminabili che non può fare a meno di scrivere. E sogni. Tantissimi sogni ad occhi aperti in cui lui non è lui, in cui è un eroe, il protagonista di un fumetto Marvel, salva la principessa rapita dagli alieni e lei, dopo una lunghissima attesa, gli dona l’amore e anche qualcos’altro. Ma Oscar non è niente di tutto questo: è un 
nerd dominicano, grasso e sfigato (nel senso letterale della parola) la cui missione nella vita è perdere la verginità e diventare un grande scrittore. Oscar si innamora perdutamente, ininterrottamente, ci va vicino, diventa amico di molte… Ma a chi potrebbe piacere un individuo che per rimorchiarti ti dice “se fossi in un mio gioco, ti assegnerei diciotto punti carisma”? Ecco, appunto.
Oscar è simpatico, intelligente, sensibile, ma con le ragazze non ci sa fare. Alla sua vita si intrecciano quelle della madre, della sorella, dei nonni. Un affresco meraviglioso di spietata realtà, l’epoca del “trujillato” che non risparmia nessuno, miete vittime e dipinge con cruda nettezza la vita di donne orgogliose e ribelli, tutte segnate dalla stessa frequente parola. Tra apparizioni mistiche, citazioni improbabili, gangster sudati e amori carnali (fa molto “chierichetto”, lo so) lo stile spumeggiante di Dìaz non risparmia nessuno, non sorvola, ti spiaccica in faccia senza mezzi termini ogni attimo, ogni parola, come un pugno allo stomaco. Ti prende per l’ombelico ( a mo’ di passaporta, quella di Harry Potter) e ti trascina in un universo che non hai mai visto, e dove tutto è familiare. Poi, quando lo finisci, è un’altra botta, una spallata. E ne senti giù la mancanza.



Scheda


L'autore:
Junot Diaz (1968) nato a Santo Domingo, si è trasferito negli Stati Uniti all'età di sei anni e si è specializzato alle Cornell University di Ithaca, New York. Considerato dal "New Yorker" tra i venti migliori scrittori del Duemila, attualmente insegna scrittura creativa al MIT ed è editor per la narrativa al "Boston Review". La sua prima raccolta di racconti, Drown, è stata un caso letterario di grande impatto. Con La breve favolosa vita di Oscar Wao, ugualmente osannato dalla critica di tutto il mondo, Junot Diaz ha vinto il premio Pulitzer 2008 per la narrativa. 

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