Passaparola. A murder mistery, Simone Lane
Ottolibri edizioni
192 pagine, 15 euro - cartaceo, 4.99 euro - ebook
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Torniamo a occuparci della casa editrice Ottolibri con la recensione del romanzo di Simon Lane“Passaparola – A murder mystery”. Qualche tempo fa avevamo recensito “99 Rimostranze a Dio”, sempre a cura di Ottolibri Edizioni, in cui 101 autori avevano prestato gratuitamente la propria penna per raccogliere i fondi necessari alla traduzione di un libro inedito in Italia: ecco svelato il risultato, con la pubblicazione di questa crime story di Simon Lane, autore eclettico, che per la prima volta diventa accessibile al pubblico italiano.
Complimenti dunque alla casa editrice Ottolibri per l'idea, sicuramente innovativa, e per la scelta di tradurre un autore a molti sconosciuto, che riserverà ai lettori delle piacevoli sorprese.
Quello che, leggendone la trama, sembrerebbe essere un semplice romanzo noir, si rivela in realtà un libro profondo e ironico, con introspezioni psicologiche e alcune potenti riflessioni sulla vita.
Il narratore del racconto è Felipe, un domestico di origine filippina, che si trova in prigione e racconta la sua storia incidendola su di un registratore, di modo che possa servire al suo avvocato per scagionarlo. Felipe è infatti accusato dell'omicidio di monsieur Charles, procuratore generale, nella cui casa faceva le pulizie. Tutti gli indizi sembrerebbero portare alla sua colpevolezza, ma il filippino si professa innocente e racconta, mediante diversi flashback intervallati da digressioni sulla vita in carcere, la storia che l'ha portato ad attraversare mezza Parigi, nel giorno della Festa della Musica, trasportando il cadavere di monsieur Charles in un bidone per la differenziata.
«Fin dal principio, dalla prima volta che ho visto monsieur Charles disteso là e mi sono reso conto che era stato ammazzato, in un angolo della mia mente c’era un pensiero terribile, che è il motivo per cui ho capito da subito di essere in grossi, grossi guai. Tutti avrebbero fatto due più due, tutti avrebbero dato per scontato che ero stato io a uccidere monsieur Charles, che ovviamente è quel che è successo lo stesso. Non potevo chiamare la polizia, io un semplice clandestino senza nessuna possibilità di difendersi, mi avrebbero arrestato comunque e mi avrebbero espulso».
La lunga, ininterrotta testimonianza di Felipe permette al lettore di ricostruire le disavventure che hanno portato il protagonista a essere incarcerato con l'accusa di omicidio, un racconto molto particolareggiato, che spesso si ripete ossessivamente in alcuni punti e in maniera quasi maniacale, proprio come farebbe un condannato per rimarcare emotivamente la propria versione dei fatti.
Oltre agli avvenimenti relativi al ritrovamento e al tentato occultamento del cadavere, grazie al resoconto il lettore potrà anche farsi un'idea a tutto tondo del “personaggio” Felipe, della sua vita da clandestino in Francia, del sentirsi una ragazza, della problematica convivenza e dei litigi con Raiumundo, dei suoi problemi con l'alcool e dei segreti che ha scoperto pulendo le case di alcuni datori di lavoro.
Il lettore scoprirà che Felipe è una persona semplice, e forse proprio per questo inconsapevolmente filosofica, quasi poetica , ancorché fragile.
“Passaparola – A murder mystery” esalta la capacità di Simon Lane di mostrare una Parigi moderna, multietnica e ipocrita, raccontata con una piacevole alternanza di ironia e drammaticità, in un fragile equilibrio al limite del surreale.
Il tragicomico vagabondare di Felipe nelle strade di Parigi trasportando il cadavere di monsieur Charles nel bidone della differenziata ne è l'esempio migliore, grazie alla magistrale alternanza di momenti ironici e grotteschi, che concorrono a formare l'atmosfera particolare del romanzo, a limite fra noir, giallo e romanzo psicologico.
Caratterizzato da un utilizzo maturo e consapevole del linguaggio, reso con efficacia nella traduzione italiana, e da un ritmo avvolgente, il tenore del libro cala leggermente solo nella parte centrale, per poi riemergere alla grande nel finale.
Un romanzo interessante, una sorpresa di qualità per i lettori italiani, grazie ad un autore di cui sarebbe interessante leggere altre opere. Nel frattempo, complimenti ad Ottolibri per la scelta di proporlo per la prima volta in traduzione italiana.
Voto:
nasce nel 1957 in Inghilterra. Artista poliedrico, scrittore, saggista, giornalista, fa una vita girovaga e avventurosa tra Stati Uniti, Brasile ed Europa, scomparendo prematuramente nel 2012. Descrive se stesso come un bevitore con il vizio della scrittura. Nel 1992 pubblica in Francia Le Veilleur (Ch. Bourgois, Parigi), cui seguono i romanzi Still-life with Books, Fear (Bridge Works Publishing, New York, 1993 e 1998), Twist (Abingdon Square Publishing, New York, 2010), e l'antologia The Real Illusion, (New York, 2009).
Passaparola è il suo primo libro tradotto in Italia, dopo la pubblicazione in Brasile e Spagna.
Da
“Passaparola – a murder mystery”:
«Purtroppo la verità, come la luce, la senti tua in modo speciale quando sei l’unico a vederla, né ti immagini che gli altri riescano a percepirla come te, ammesso e non concesso che la vedano. Ognuno guarda il mondo con i propri occhi, e questo include la verità, che lo si voglia o meno, vale a dire che se anche tutti fossero onestissimi, cosa che non sono, persino allora la verità continuerebbe a essere una faccenda personale, un po’ come l’amore o la scelta di mangiare a colazione il croissant o il pain au chocolat, oppure uova e bacon se sei mister Penfold».
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