lunedì 30 novembre 2015

Recensione: Ultimo Piano di Francesco D'Isa



Ultimo piano, Francesco D'Isa
Imprimateur
208 pagine, 16.00 euro
In un grattacielo di quarantadue piani di una Varsavia futuristica, ha sede l'impero pornografico di , la Perverse Angels S.P.A. Tra i criminali e gli artisti con cui ha giornalmente ha a che fare, spiccano due fratelli, entrambi di nome Claude: lei è un’attrice, lui un regista. Quest’ultimo, in particolare, medita su un’opera che potrebbe rivoluzionare non solo il porno, ma il mondo intero: il Porno Totale, appunto. Per scoprire la genesi e le conseguenze di questo folle progetto, rivolgetevi a Francesco d'Isa e al suo Ultimo Piano (o porno totale) pubblicato da Imprimatur Edizioni.
Franz Spiegelmann

Non si scandalizzino i puri di cuore: questo, a dispetto delle apparenze, non è un romanzo pornografico. Naturalmente il sesso è un argomento centrale, ma durante la lettura non si potrà che notare che alcuni dei romanzi che fanno furore ultimamente nelle librerie sono molto più pornografici di questo. A Francesco D’Isa, infatti, non sembra interessare turbare il lettore con contenuti forti - pressochè assenti: le scene “compromettenti” si potrebbero contare sulle dita di una mano - quanto farlo riflettere su un mondo che, per quanto si cerchi di dimenticare e di reprimere, esiste, non conosce crisi, ed è capace di entrare prepotentemente nell’intimità di una persona. Una delle scene più intense del romanzo - un’intervista all’attrice Claude in un talkshow strappalacrime e populista - verte proprio sull’ipocrisia che circonda questo ambiente: il considerare il porno una materia disdicevole, una vera e propria industria criminale, non fa altro che renderlo più forte. I protagonisti del romanzo, invece, lo considerano un lavoro come un altro, con i suoi pregi e i suoi difetti. Anche per questo difficilmente arrossirete di vergogna durante la lettura: Spiegelmann - la voce narrante - sta semplicemente raccontando la sua quotidianità.
Una quotidianità che viene distrutta dal porno totale. Dalla sua introduzione il romanzo, che prima procedeva lentamente e - all’apparenza - senza una direzione precisa, diventa più stratificato ed avvincente. Nel rapido susseguirsi di eventi, inoltre, l’autore trova anche spazio per inserire riflessioni sul desiderio, sull’educazione sentimentale e sessuale delle persone, e su come un'opera del genere potrebbe influire su questi aspetti. Non bisogna tralasciare nemmeno che sono molti coloro che vorrebbero la proprietà del film rivoluzionario: si instaura quindi un gioco di potere e di schieramenti opposti che si protrarrà fino alla - forse prematura - conclusione.

Approfondendo quest’ultimo aspetto, spiace trovare che l’ingegno di Francesco d’Isa non sempre è supportato da un editing accurato. Ultimo piano fatica, infatti, a prendere ritmo, in una presentazione dell’ambiente protratta troppo a lungo; di conseguenza, la parte dedicata al film sembra scorrere troppo velocemente, verso quello che è a tutti gli effetti - riconosciuto persino da Spiegelmann nella finzione - un deus ex machina. Considerata la breve durata dell'opera, non sono difetti di poco conto. Non sarebbe inoltre dispiaciuto vedere una cura dei personaggi proporzionata a quella per l'ambientazione. Sono ben pochi i personaggi tridimensionali. Nella maggior parte dei casi il lettore si trova di fronte a delle machiette; pittoresche, ma pur sempre macchiette.
La poca precisione dell’editing si nota anche nello stile dell’autore. Pur essendo personale, e con un pizzico di ironia che rende la narrazione più leggera, anche lui va soggetto ad inutili ripetizioni o a metafore azzardate. Capita a tutti gli scrittori, sopratutto nelle prime stesure, quelle che rimangono nascoste agli occhi del lettore; la figura dell’editor ha proprio lo scopo di eliminare queste storture, o quantomeno minimizzarle. L’editing è quello che più distingue un libro pubblicato in maniera “tradizionale” e uno autopubblicato; il lettore accorto nota immediatamente la differenza. Non è un segnale positivo se chi scrive ha creduto a lungo che Ultimo piano fosse autopubblicato, e solo una successiva verifica le ha permesso di sapere che in realtà d’Isa era stato seguito da una editor.

Questo spiega il voto finale, non esattamente positivo. Francesco d’Isa ha del potenziale artistico non indifferente - sua è anche la copertina dell’opera: ha molto da dire al pubblico, e merita più notorietà. Sopratutto, merita un editing che gli sappia rendere giustizia. Nel frattempo, se l'argomento non vi mette soggezione, la lettura di Ultimo piano (o Porno Totale) è consigliata: vi potrebbe stupire.


Voto: 



1 commento:

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