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Salve a tutti, e benvenuti ad una nuova puntata de "Il Tempio degli Otaku". La storia di cui parliamo oggi tratta di un'adolescente. Fin qui niente di nuovo: l'industria dei manga si fonda su lettori di quell'età, e le opere dedicate a loro non mancano di certo. Ma qui non assisteremo alle fantasmagoriche avventure di teenager in un mondo fantastico, né ad intricatissime vicissitudini sentimentali. Vedremo invece una ragazzina che cerca di trovare il suo posto in un paese ancora retrogrado come il Giappone, e un nonno che tenta di aiutarla, sebbene i suoi tentativi non sempre vadano a buon fine. Una storia di tutti i giorni, basata sulla vita dell'autrice, Mari Yamazaki. Ecco a voi PIL, volume unico edito da Rizzoli. Buona lettura!
La sedicenne Nanami vive con suo nonno, la sua unica famiglia: non ha mai conosciuto il padre, e la madre è una famosa cantante lirica. Il nonno le è affezionato, ma la convivenza non è delle più facili, poiché ha l'allarmante tendenza di fare spese poco assennate. A questo aggiungiamoci un liceo privato che controlla ogni minimo dettaglio dell'aspetto e del carattere delle studentesse: non c'è da stupirsi se Nanami trova una valvola di sfogo nella musica punk (in particolare nei Public Image Limited, che danno il titolo all'opera) e cerca di rendersi indipendente economicamente. Il nonno segue il suo percorso, un po' inorgoglito e un po' preoccupato...
L'opera più famosa di Mari Yamazaki è senza dubbio Thermae Romae, originale omaggio agli antichi romani. Cercare analogie con PIL non è un esercizio molto utile. Eppure hanno qualcosa in comune: l'ambientazione nel Giappone degli anni '80. E se in Thermae Romae questa rimane subordinata all'antica Roma, in PIL diventa quasi la protagonista dell'opera. Tutta l'adolescenza di Nanami è condizionata dall'ambiente in cui vive: un ambiente asfittico, eccessivamente attaccato alle tradizioni, in cui una ragazza che desideri l'indipendenza incontra piccoli e grandi ostacoli. Dalla frangetta che deve essere obbligatoriamente spuntata (ma rasarsi i capelli equivale al voler farsi monaca) ai lavoretti che le ragazze possono o non possono fare. La musica punk - e, per estensione, l'Inghilterra - diventano la manifestazione di un ambiente libero da pregiudizi e condizionamenti esterni.
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Una domanda che, all'epoca, si pose la stessa autrice. C'è una spiccata componente autobiografica in PIL, evidente ad esempio nel narratore onnisciente, che non giudica mai i protagonisti. A dire la verità, questo si rivela anche la più grande pecca dell'opera: il comportamento sconsiderato del nonno avrebbe meritato ben più di una pacata condiscendenza. Parliamo di una persona estremamente vulnerabile, incapace di gestire i risparmi della sua famiglia, mettendo spesso in seria difficoltà Nanami. Una situazione che avrebbe meritato più di un volumetto, e soprattutto un'analisi più approfondita.
Il tratto di Mari Yamazaki è piuttosto personale, e lontano dalle mode. Gli studi all'Accademia delle Belle Arti di Firenze le hanno fatto adottare uno stile morbido, privo di fronzoli ma allo stesso tempo solido dal punto di vista tecnico. Uno stile che ben si adatta alle atmosfere pastello delle sue storie, assolutamente godibile.
PIL non punta a stupire il lettore con effetti speciali, né ad adularlo. È un'opera che fa della semplicità la sua maggiore forza: e il lettore amante degli slice of life non potrà che apprezzare questa autrice che promette, in futuro, molti altri lavori degni di nota.
E per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima puntata de "Il Tempio degli Otaku"!
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