Cari mostri, Stefano Benni
Feltrinelli
256 pagine, 17.00 euro
|
Il romanzo è una storia d'amore, il racconto è la passione di una notte, scriveva Niccolò Ammaniti nella prefazione della sua ultima raccolta di racconti, Il Momento è delicato.
Per Stefano Benni, però, i racconti sembrano più essere la passione di una vita, a cui tornare ciclicamente, come fossero dei vecchi amici.
E così, a otto anni dalle storie di solitudine e allegria raccolte in La Grammatica di Dio, l’autore torna con Cari mostri ai suoi amici racconti, in quello che potrebbe essere il suo ultimo libro (ma anche no, impossibile capire quanto fosse serio il Lupo, affermandolo all’incontro svoltosi durante l’ultimo Salone del Libro di Torino).
Stavolta Benni si confronta con la Paura, tema tipico dei suoi racconti, già più volte affrontato con vari gradi di serietà (in Il Bar Sotto il Mare uno dei narratori, dalle fattezze di Edgar Allan Poe, racconta la storia di Oleron, piccola perla dal finale a sorpresa) in una raccolta sfaccettata che racchiude in sé tutti i generi letterari che si nutrono della paura, del terrore e dell’orrore suscitati nei lettori.
Ecco quindi che la tecnologia, grande spauracchio della nostra generazione iperdigitale, prende il sopravvento sulla vita dell’uomo in numeri, in Hänsel@Gretel.com i due fratellini si lamentano con il padre della televisione con un solo canale e della mancanza di wifi nella loro capanna, mentre in Candy le intelligenze artificiali si ribellano ai clienti, vendicando le colleghe maltrattate.
Benni non si dimentica niente: il maestro Poe, i fantasmi, le streghe, le mummie e il diavolo. Tutti gli spauracchi degli uomini si trovano in questi racconti che sanno far rabbrividire e sorridere sempre nel momento giusto.
Ma c’è spazio, tra i venticinque racconti di questa raccolta, anche per il pulp di Polpa, per il noir poliziesco per gattofili di L’ispettore Mitch e per quei racconti un po’ borgesiani di straniamento e smarrimento, di quelli che non sai mai se finirai di leggere, se esisterà una fine, quanto sarà lungo il viaggio verso casa.
La storia della strega Charlotte, il penultimo racconto, è a mio avviso il codice che ci permette di tradurre ogni singolo anello di questa catena narrativa, di farci riflettere in questi racconti che specchiano la contemporaneità e la realtà di un mondo dove tutto ciò che è altro da noi ci spaventa, e tutto ciò che ci spaventa, tentiamo di aggredirlo, di non lasciarlo passare.
Bè, ci sono storie spaventorride che cominciano subito con l’apparizione fulmificante del mostro, in questo caso la strega, oppure ci sono storie che cominciano con una misteriosa porta chiusa, dietro la quale voi presentite il mostro in agguato e poi la porta cigola e si dischiude e appare un’ombra minacciosa e… ditemi, orsù piccoletti, quali storie vi fanno più paura? Quelle dove il mostro arriva subito o quelle dove lo si aspetta?
E cosa potrei dirvi io, di più, per non rovinarvi questi racconti, queste porta chiusa dietro cui si nasconde il Lupo? Leggeteli, un ritorno in grande stile per Stefano Benni, un nuovo libro con i fiocchi.
L’amore è uno strano sentimento per gli umani, per i garri e financo per le oloturie e i dugonghi. Si aspetta con ansia per anni, si desidera, si maledice la solitudine e magari l’amore arriva nel modo più inatteso, più imprevedibile.
Voto:
A cura di Angela Bernardoni
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!