venerdì 24 aprile 2015

#ioleggoperché a Palermo: cronaca di un pomeriggio di festa





Un'iniziativa data per perdente sin da subito. Anche io lo avevo pensato. 

“Le persone non leggono nemmeno se tiri loro i libri in testa”. 
“Regalare libri non servirà a nulla”. 
“Bisogna lavorare con le scuole per promuovere la lettura”. 

L'ultimo punto è indiscutibilmente vero. Sugli altri, invece, mi sono dovuta ricredere.

Ieri, come in molte città d'Italia, è stata celebrata a Palermo la giornata mondiale della lettura. Palermo, bisogna dirlo, non gode di un'alta percentuale di lettori, tutt'altro. In Sicilia, è stato stimato, i picchi di persone che non leggono nemmeno un libro all'anno raggiungono il 70%. Conosco i miei concittadini, e so che non si tratta di approssimazioni. Le biblioteche non funzionano o sono inesistenti, le librerie indipendenti chiudono e anche quelle di catena sono molto poche – soprattutto se confrontate con il numero di città come Torino. In tanti quartieri la lettura è vista come una perdita di tempo, una cosa effeminata addirittura, di certo l'ultima al mondo su cui investire dei soldi.

Nonostante avessi fortemente voluto partecipare a #ioleggoperché, avessi raccolto collaboratori, colleghi, volontari e richiesto l'autorizzazione al Teatro Massimo (il teatro principale della città, in pieno centro, il simbolo più importante di Palermo) affinché ci concedesse uno spazio, all'interno dei suoi cancelli, dove allestire un banchetto con i libri, i dubbi sono rimasti fino a un momento prima di metterci all'opera: come avremmo dovuto approcciarci ai palermitani? Ci avrebbero ascoltato? Avrebbero davvero letto il libro?


In realtà, invece, è venuto tutto da sé: alcuni (lettori) avevano sentito parlare dell'iniziativa ed erano venuti a curiosare e a chiederci un libro (che noi, abbiamo spiegato chiaramente, avevamo intenzione di dare solo a chi non legge. Ma su questo punto ritornerò dopo); ma molti di più sono stati i non lettori. Non avevamo nemmeno finito di sistemare i libri sul tavolo e di appendere le locandine negli espositori, che gruppetti di persone si facevano già avanti per chiedere di cosa si trattasse. Alla domanda: “leggi libri?”, cominciavano a imbarazzarsi. Quel “no, non leggo” suonava come una confessione. Ecco perché sapevamo se fossero davvero lettori o meno (alcuni dei primi fingevano di non esserlo per farsi dare un libro, ma era facile riconoscerli): si vergognavano di dover rispondere di no. A quel punto, bastava spiegare che stavamo regalando libri proprio ai non lettori. Non credevano che fosse qualcosa di plausibile, però passavano minuti e minuti con noi che parlavamo, entusiasti, di quale potesse essere il libro adatto a loro. Pur non avendoli letti tutti, ognuno di noi ha finito almeno due libri. Abbiamo studiato trame e riassunti e, soprattutto, individuato a quale fascia di età si rivolgeva ciascun libro. Se qualcuno non ne sapeva abbastanza di un determinato titolo, chiamava il volontario che lo aveva letto. Così ci alternavamo, e un non lettore ha avuto a che fare anche con due o tre persone. 

Le letterine dentro ai libri
Il momento più bello è stato però quello del dono. Pensavano davvero di doverci pagare (alcuni hanno addirittura insistito per farlo), o di dover firmare chissà quali scartoffie. Vederli illuminarsi quando capivano che potevano prenderli senza darci nulla in cambio è stata un'emozione indescrivibile. Li ho visti sorridere perché avevamo dedicato loro del tempo (ma eravamo noi a essere grati, perché non ci aspettavamo potessero pensare di concederci il loro) e perché, all'interno del libro, avevamo messo delle lettere personalizzate su ogni titolo e rivolte proprio al non lettore, a chi sapevamo, cioè, avesse avuto problemi con la lettura, o semplicemente non aveva mai pensato di affrontarla. Ci siamo accorti, infatti, che uno dei motivi principali per cui quelle persone non leggevano era che non erano mai stati educate a farlo. Non era nelle loro abitudini. Le ho viste scorrere quelle lettere poco moralizzatrici e dire: “sì, è proprio per me!”. Una delle cose più preziose che ho imparato da questa esperienza: le persone hanno bisogno di fiducia. Percepiscono la cordialità, la passione, la buona volontà, e ti ascoltano anche su quegli argomenti che non pensavi avrebbero mai voluto affrontare. Si trattava soprattutto di ragazzi che sono rimasti con noi delle mezzore e per cui, alla fine, siamo riusciti a trovare il libro giusto. Non crediamo sia stato tempo perso. Siamo sicuri che faranno almeno il tentativo di leggere i libri che gli abbiamo dato, perché abbiamo visto che, quando raccontavamo le magie della lettura, ci credevano. Si sono fidati di noi.
Speriamo di averli arricchiti allo stesso modo in cui loro hanno arricchito noi. Perché la sottoscritta, e non pensava che lo avrebbe detto mai, ha ritrovato fiducia nell'umanità. Ha capito che per leggere, certe volte, ci vuole solo bisogno di una spinta, e che, se le persone non leggono o non entrano in libreria, non è detto che lo facciano per ignoranza. Non conoscono i libri. Quindi perché dovrebbero spendervi dei soldi?


Ovviamente, abbiamo incontrato anche i refrattari. Un ragazzo si è finto straniero per non essere disturbato (lui non si era avvicinato spontaneamente, lo avevamo pescato in piazza), e ha tentato con tutti i mezzi di farci capire che non avrebbe letto perché, lo sappiamo, non aveva tempo. Abbiamo scoperto che in passato aveva anche letto e apprezzato Calvino (immaginate quanto tempo abbiamo trascorso con lui) e si è convinto, alla fine, a prendere quello che gli sembrava più interessante. Il suo amico, al contrario, non ne ha voluto proprio sapere. Ci ha detto di leggere solo biografie di calciatori, e quelle non le avevamo (per fortuna).

Un altro “colto” in piazza, mi ha invece detto che non leggeva perché non voleva essere illuminato. Non sto scherzando. Mi ha spiegato che, quando hai troppa cultura, non puoi fare altro che prendertela con il mondo. Siamo però riusciti a portarlo alla postazione (dopo averci chiesto se doveva rispondere a questionari o indagini di mercato) e a dargli un libro che pensavamo gli piacesse.

Un'altra ancora, avvicinatasi alla fine, ha affermato di essere una grandissima lettrice, essendo pendolare. Per poi rimangiarsi la cosa e dire che, in realtà, non era così: me lo aveva detto per farsi bella e fare buona figura. Ho avuto l'impressione fosse una bugiarda cronica, e che la verità fosse appunto quella di non lettrice.

Come si sono comportati, invece, i lettori?

Il nostro coloratissimo banchetto

Molti sono stati gentili, e abbiamo scambiato con loro diverse opinioni di lettura. Pur rimanendo male perché i libri non erano destinati anche a loro, hanno accettato la cosa di buona grazia, e li abbiamo invitati all'appuntamento che c'è stato alle ore 21 in Feltrinelli, durante il quale abbiamo condiviso brani letterari.

Altri, e sono stati tanti, hanno insistito in maniera maleducata e invadente, cercando in tutti i modi di prenderci un libro. Una coppia in età matura, ad esempio, aveva appena acquistato un libro in libreria. Nonostante questo, ci sono ronzati attorno cercando di scroccare un libro a noi ragazzi, tastandoli, tenendoli in mano e aspettandosi che dessimo loro il consenso di portarli a casa. Cosa che non è avvenuta. Un'altra signora, invece, non voleva proprio prendere il libro per la figlia quattordicenne che le avevamo consigliato. A lei ne piaceva un altro, che sicuramente la ragazza non avrebbe letto. Una coppia di ragazze, al nostro rifiuto, ha portato a turno (e da messaggeri sempre diversi) quattro amici o parenti non lettori, pensando che fossimo tanto ingenui (eufemismo) da non capire che glieli avrebbero strappati dalle mani non appena si fossero allontanati. Abbiamo dato i libri ugualmente, facendo finta di non aver intuito l'inganno ma capendo che, pur nel tentativo di prenderci in giro, si trattava sempre di ragazze giovani che forse non avrebbero avuto la possibilità di comprare molti libri. Cosa che invece, per le persone adulte (e spesso distinte) che tentavano in tutti i modi di impossessarsi dei libri, non era minimamente giustificabile.

Il Teatro Massimo sullo sfondo!
Abbiamo distribuito ben 117 libri in tre ore e mezza. Non si tratta di un numero piccolo, considerato tutto il tempo che abbiamo dedicato ai non lettori prima di indirizzarli verso il titolo adatto. Anzi, è stata una soddisfazione immensa. Anche perché, quando alla fine c'erano rimaste pochissime copie, si è avvicinato con la mamma un dodicenne. Lui era già un lettore: stava leggendo Il signore degli Anelli e guardava con aria di sufficienza i titoli che ci erano rimasti. Aveva addirittura visto il film tratto dal libro di Maria Pace Ottieri, Quando sei nato non puoi più nasconderti, che era difficile conoscere anche per noi lettori di più lunga data. Leggeva tanto e di qualità, e ci ha proprio dato un'iniezione di speranza.

Alla fine, ovviamente, gli abbiamo regalato “Brancaleone” di Age&Scarpelli e Mario Monicelli.





N.B.: un grazie caldissimo e affettuoso va ai ragazzi che si sono prestati, che hanno studiato i libri, che si sono impegnati e che ieri si sono intrattenuti con lettori e non lettori: Valentina, Roberta, Astrid, Mirella, Rosaria, Margherita e Antonino. Grazie a Michele, che mi ha appoggiato sin da subito. Grazie a Rossana e Angela, che hanno passato il pomeriggio a scattare foto, sciupando un po' del loro prezioso tempo. Grazie a tutti gli amici e i conoscenti che ci hanno portato i loro non lettori.
Grazie al Teatro Massimo e al Caffè del Teatro Massimo, che ci ha concesso uno spazio bellissimo e senza il quale l'iniziativa non sarebbe riuscita altrettanto bene. Grazie alla libreria Fetrinelli di Palermo, a Roberta Cusimano e alla direttrice Lia Vicari, che ci hanno invitato e accolto con gentilezza, disponibilità ed entusiasmo.




Perché ‪#‎ioleggoperché‬ a Palermo ha funzionato:


- Perché i (non) lettori si sono avvicinati spontaneamente a una postazione fissa, spinti dalla nostra veste "ufficiale" (le magliette), dalle locandine esposte e dalla nostra aria simpatica (ehehehehe)

- Perché il posto era centrale, famoso, tranquillo ma frequentato, esteticamente bello

- Perché abbiamo dedicato loro del tempo, abbiamo voluto conoscerli, abbiamo fatto capire che ci interessavano le loro opinioni

- Perché non abbiamo chiesto nulla in cambio

- Perché hanno avuto la possibilità di scegliere tra una rosa di 18 titoli, e sappiamo bene che scegliere un libro è il primo piacere del lettore

- Perché non erano soltanto i libri a essere pensati per loro, ma anche le lettere che abbiamo inserito al loro interno

- Perché abbiamo passione per i libri e, se qualcuno ci dà la possibilità di parlarne, sappiamo trasmetterla bene.

13 commenti:

  1. Cio che avete fatto è davvero bellissimo! Come hai detto tu, molta gente non conosce i libri. Io sono infermiera di professione e per passare il tempo durante il turno notturno ho sempre un libro che mi fa compagnia. Una delle mie colleghe mi ha chiesto come facessi a spendere così tanto tempo facendo una cosa così poco vitale ed estremamente noiosa. Non ho trovato le parole adatte per risponderle, ma, se avesse anche solo letto qualche pagina del romanzo che stringevo al petto (il buio oltre la siepe) si sarebbe di certo ricreduta. Credo che il passo più difficile sia introdurre queste persone alla lettura, convincerle a leggere un libro in accordo con i loro gusti. Poi è una passione che si coltiva pian piano. Il momento più arduo è trovare il romanzo adatto a loro che li farà inevitabilmente innamorare.

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    1. A noi anche quei 18 titoli stavano stretti. Qualcuno ci ha chiesto un thriller, e non lo avevamo. Con i bambini abbiamo avuto serie difficoltà. Avremmo voluto consigliare altri titoli, magari anche più interessanti, ma abbiamo dovuto lavorare con quello che avevamo. Avessimo avuto un'intera libreria a disposizione, sarebbe andata anche meglio

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    2. Però avete in qualche modo stuzzicato la curiosità delle persone che, se vorranno, potranno entrare in libreria e chiedere di un particolare libro. Secondo me come iniziativa di promozione alla lettura funziona.

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    3. Sì, e sono contentissima di essere riuscita a comunicare con gente che di solito non legge o legge pochissimo. Spero che non rimarranno delusi!

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  2. Deve essere stata davvero una bellissima esperienza, complimenti! Se non fosse che sto dall'altra parte dell'Italia sarei venuta volentieri come volontaria a dare una mano :) non immagino poi la soddisfazione di iniziare a questa nostra bellissima passione un non lettore! Spero in futuro si faranno altre iniziative del genere :3

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    1. Spero anche io che riusciremo ad organizzare qualcosa di simile, anche se, senza il contributo della campagna #Ioleggoperché, la vedo molto più dura

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  3. Che dire... La giornata di ieri è stata emozionante oltre ogni immaginazione. Incontrarsi,condividere un obiettivo comune ma, soprattutto, scervellarci - inizialmente - sulle strategie da adottare con i non lettori. La cosa più bella è stata questa: non ne abbiamo adottate, ci siamo limitati a raccontare una o più storie e a lasciare alla persona la scelta di quale accogliere tra le mani. Ho apprezzato tantissimo i momenti con i nostri "simili" - ritrovandomi nella signora che ama la Allende e scambiandoci consigli, o nell'altra che predilige la saggistica, o nei due ragazzi simpaticissimi che sono stati la mia prima coppia di amici lettori che ho incontrato e con i quali ho parlato perfino di fumetti, il bambino di 12 anni sul finale poi è stata l'apoteosi - ma, ancora di più ho amato poter raccontare la passione della lettura attraverso la ricerca di un libro adatto a chi arrivava incuriosito. La gratitudine per quel regalo è stata percepita, e per la prima volta mi sono trovata a pensare che spesso ho tantissimi pregiudizi nei confronti di chi non legge, proprio perché non riesco a concepire un mondo senza la lettura. E allora è questo il modo giusto, arrivare al cuore degli altri attraverso la ricchezza di una favola donata senza richiedere nulla in cambio, donando la curiosità.
    Io ringrazio Federica, come sempre colonna portante, che oltre a coinvolgermi nelle sue "malefatte" ha saputo, in questi miei ormai tre anni di Dusty Pages, spingermi a diventare una lettrice migliore, aprendomi opportunità narrative che prima non sapevo di possedere. Un grazie anche a tutti i messaggeri che ho conosciuto ieri e che spero di rivedere presto e in occasioni come queste. Un grazie a Roberta, che ieri mi ha permesso di raccontare cos'era stato il nostro 23 Aprile e leggere un passo dal mio libro preferito - "La fiera della vanità" di Thackeray -, alla direttrice della Feltrinelli Lia Vicari e allo staff tutto, sempre gentili e disponibili a rendere ancor più piacevole l'esperienza di lettura.
    Nutrivo anch'io poche speranze riguardo la riuscita di tutto questo, ma dopo ieri sono sinceramente convinta che trasmettere la passione per la lettura e creare nuovi lettori sia possibile. Basta solo volerlo.

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  4. Complimenti davvero, mi è dispiaciuto non esserci!

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  5. ho visto le foto sul tuo profilo instagram, e mi è spiaciuto non vivere nei pressi della tua bella città, per abbindolarvi, "rubandovi" un libro per me, per poter ingigantire una già ingente libreria, con la mia passione

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    1. Se vuoi vedere più foto, ce ne sono tantissime sulla nostra pagina facebook :) https://www.facebook.com/dustypagesinwonderland/posts/845944858785912
      Eeeh, ma non so se ci saresti riuscita! XD

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  6. Condivido i toni entusiastici dell'articolo: si è trattato di un bellissimo evento, ci ha dato l'occasione di condividere una nostra passione sia con altri lettori che con persone completamente diverse da noi che, nonostante ciò, ci hanno concesso il loro tempo e sono state ad ascoltarci, talvolta affascinate dall'entusiasmo con cui raccontavamo loro il nostro amore per la lettura. Ringrazio tutti i messaggeri, con i quali ho trascorso una bellissima giornata, e in particolare Federica per avermi permesso di esserne parte.

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  7. Davvero eccezionali! Siete riusciti a rendere vincente un'iniziativa che rischiava di cadere nell'oblio (purtroppo ho letto molti articoli a tal proposito). Complimenti =)

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  8. Il nostro entusiasmo è stato contagioso e il gruppo creatosi virtualmente nei giorni precedenti, dal vivo ha dato il meglio di sé :-)
    Ringrazio Federica, instancabile organizzatrice e coordinatrice, senza di lei tutto questo non sarebbe stato possibile e tutti i Messaggeri.
    L'evento si è svolto un giovedì pomeriggio e per essere un giorno feriale l'affluenza è stata discreta, molti erano già lettori, ma ho riscontrato anche tanti 'lettori deboli', quelli che leggono 2/4 libri l’anno, una categoria sul filo del rasoio che rischia di rientrare nei ‘non lettori’. È stato bello stimolare l'interesse alla lettura, che a mio avviso era l’obiettivo principale di questa giornata. Alcune persone che non leggevano da anni ricordavano con nostalgia i libri letti da bambini, altre guardavano incuriositi i volumetti in bella mostra e ammettevano di ignorare totalmente i titoli in nostro possesso. In generale la gente ha affermato di non leggere per mancanza di tempo, nessuno ha detto “leggere non mi piace”. Penso che alla base ci sia una profonda pigrizia, chi ama la lettura volendo trova sempre un ritaglio di tempo, per quanto non escludo che pure la crisi giochi a sfavore dell'acquisto di libri.
    Anch'io sono andata a ruota libera, non ho adottato alcuna strategia, l’approccio migliore è stato parlare dei libri, degli autori, lasciando la scelta fra un paio di titoli. Ricordo un signore che dopo la chiacchierata desiderava pagare il libro, mentre un altro 'non lettore' dichiarato pretendeva soltanto un libro scritto da Ken Follet ed è andato via a mani vuote. Si sono avvicinati anche alcuni croceristi (francesi e tedeschi) cui ho raccontato l'iniziativa, uno di loro pur essendo un lettore forte, mi ha detto che parlava un po' d'italiano e avrebbe letto il libro per migliorare la conoscenza della lingua... beh, non sono riuscita a dire di no!...
    Vorrei che queste iniziative fossero più numerose, perché il dono di un libro non sia confinato a una ricorrenza speciale. So che ogni anno molti titoli invenduti finiscono al macero, sarebbe interessante recuperarli tramite le case editrici e organizzare eventi a carattere indipendente. Secondo l’Associazione Italiana Editori su 262 milioni di volumi stampati ogni anno l’invenduto ammonta al 35%, che significa 75 milioni di libri diretti al macero. Che dite, facciamo un po’ di ricerche e vediamo di recuperarne qualche centinaio da destinare ad altri eventi organizzati da noi?...

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