venerdì 25 settembre 2015

Recensione: Misteri di una notte d'estate di Giulia Mastrantoni


Misteri di una notte d'estate, Giulia Mastontoni
Montag
55 pagine, 12.00 euro
Al pari di quei romanzi corali che raccontano la vita di numerosi personaggi, lantologia di racconti è - nella mia opinione - uno dei testi più difficili da scrivere. Lautore deve trovare il fulcro di ogni singola storia e svilupparla in poche pagine in modo che rispetti appieno le cosiddette tre unità aristoteliche (di luogo, di tempo, d'azione).
Ci riesce bene Giulia Mastantoni, studentessa di Lingue, vincitrice del primo premio per la sezione Narrativa Giovani al concorso internazionale Napoli Cultural Classic. Quella che mi accingo a recensire è una collezione di cinque storie concentrate in cinquantacinque pagine e legate tutte dal filo conduttore della realtà al di fuori dellapparenza.
Il primo racconto, Misteri di una notte destate, dà il titolo all'antologia, una storia divertente giocata su un buon ritmo dialogico. La protagonista è Barbara, costretta a letto da una frattura all'osso sacro, che decide di indagare sulla causa dei rumori molesti che sente arrivare dall'esterno della propria abitazione. Riconoscete sicuramente il riferimento a La finestra sul cortile di Hitchcock, dove il fotografo Jeff, con la gamba ingessata, osserva il vicinato dalla sua finestra e diventa, suo malgrado, spettatore di un delitto. Al contrario della pellicola, Barbara si cala in un’indagine divertente che l'avvicina a un ragazzo alla ricerca del proprio cane scomparso, e a un avvocato mascherato da Spiderman che organizza feste in assenza della moglie.
Il gallo di mezzanotte, secondo racconto, ironizza sulle pretese femminili riguardo l'uomo ideale. La signora Pranley vive da sola e sogna l'uomo “comune”. Un giorno le viene regalato un gallo “da compagnia”, il quale canta dalle 22.00 fino a mezzanotte di ogni sera, quando alla porta della donna si presenta un uomo ogni volta diverso. Riuscirà a trovare l’amore tra gli uomini condotti a lei dal caso? Attraverso una scrittura divertente e delirante. vengono enfatizzati gli stereotipi del principe azzurro e della donna sola, vecchia e zitella, capovolgendo il senso comune dell'istituzionalizzazione dei rapporti e dei valori, come anche la necessità di trovare la propria metà in giovane età.
Il corpo di Silvia e Beatrice non ama è più complicato di quello che vuole dare a vedere. Raccontare la dualità che risiede nell’animo umano è difficile, ma l'autrice ci riesce bene affidandosi a una doppia identità che esplica la difficoltà di scendere a patti con il proprio corpo e i propri limiti, la “disabilità in amore” intesa come incapacità di accettarsi e di relazionarsi con gli altri, “di farsi amare e di rapportarsi in modo sano al sesso”.
Assalto al castello smorza i toni del racconto precedente con una storia giocata sull’assurdo, ovvero sull’idea di come un pasticcio provocato da un cane a una festa di compleanno abbia reso il suo padrone ricco e sicuro delle proprie scelte lavorative.
In ultimo, Elise, è la storia più intensa e tragica, impregnata di toni noir e amari, nella quale la protagonista trasforma la disperazione di essere considerata mero oggetto di godimento sessuale in furia omicida, decidendo di metter fine alla vita di chi guarda al piacere personale senza offrirle nessun sentimento. Personalmente, l'ho letta come la metafora dell'animo umano che si piega e spezza quando si rende conto di aver affidato tutto all'altro e in cambio non riceve nulla.
Tutti i cinque racconti sono accomunati da una scrittura essenziale e ben calibrata, che rende l’antologia gradevole e ricca di spunti di riflessione nonostante la sua brevità. Sono curiosa di leggere altro di questa giovane esordiente perché, a differenza di tanti racconti che ho letto, ha saputo coinvolgermi e tenermi incollata alle pagine senza cadere nel banale. Davvero un'ottima lettura.

Voto: 


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