Beat
416 pagine
13,90 euro
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passato e donargli una chiave di lettura diversa, o di svelare insoliti accadimenti e catturare lo spirito di un tempo in modo ben più coinvolgente di una biografia. Ciò che amo di più è il connubio fondamentale, per chi è anche devoto ai "vecchi" classici, tra la materia "antica" e l'impianto stilistico "moderno". Forse è per questo che ho fortemente apprezzato il romanzo di Eva Stachniak, primo di una saga dedicata alla zarina Caterina, e la sua descrizione degli intrighi di corte e dei rovesciamenti di potere che si susseguono ne Il palazzo d'inverno. Si tratta di una storia tutta al femminile volta a dimostrare che, in un paese per antonomasia fondato sul modello patriarcale quale la Russia, a fare la storia sono state per molti secoli proprio le donne, non solo reggenti, ma addirittura imperatrici, come nel caso di Elisabetta e Caterina. Protagonista del romanzo è Varvara, figlia di un rilegatore di libri, che eleverà il suo status nel corso della narrazione diventando prima una "lingua", una spia dell'imperatrice, e arrivando poi ai più alti ranghi della sfera sociale. Contrariamente a qualsiasi aspettativa, non abbiamo davanti un'arrampicatrice sociale ma piuttosto una donna che si trova a dover scendere a compromessi con l'imperatrice - che ne combinerà il matrimonio con un soldato -, scoprendo nella granduchessa Caterina, moglie del successore di Elisabetta, una ragazza sola e osteggiata, di cui diverrà l'unica confidente e l'unica possibilità di riscatto.
Lo stile della Stachniak è interessante, per molti versi non dissimile da quello di Philippa Gregory - grande personalità del genere storico -, eppure singolare. La narrazione in prima persona non rompe la linearità con la storia e rende tutto più coinvolgente, lasciando tuttavia al lettore la propria interpretazione. Particolare è il fatto che i personaggi del romanzo non possono essere classificati in base alla bontà o cattiveria delle loro azioni, ma piuttosto a seconda della capacità di agire e quella di farsi valere. Il mondo del Palazzo d'inverno è dunque popolato da personalità dominanti o, viceversa, inetti - come il granduca Pietro, marito di Caterina.
Non ci sono buonismi, né Varvara (Barbara in polacco), voce narrante, avanza mai giudizi morali su ciò che vede e sente nelle alcove segrete dei regnanti. Ognuno è costretto a vivere una vita con doppia identità: da un lato, i personaggi femminili si mostrano esempi di virtù e temperanza, dall'altro celano il desiderio di una vita diversa, riuscendo a farlo prevalere poi su tutto il resto. Al contrario, gli uomini vivono in funzione del potere concesso dalle donne - sono un esempio il marito di Varvara, che non riesce a farsi strada nella carriera militare, e gli amanti di Elisabetta, semplici pupazzi che vorrebbero influenzare le sorti della Russia ma non ne sono capaci - e non sono capaci di venir fuori da questo circolo vizioso.
Altro tema fondamentale è quello dell'integrazione da parte dello straniero: Caterina nasce infatti come principessa tedesca, con un nome più "occidentale" (in realtà si chiama Sofia), e la sua estraneità al mondo russo, nonché la provenienza dai territori nemici, la mette subito in cattiva luce alla corte, relegandola a ruolo di moglie e ventre per generare eredi. Si parla dunque di maternità, soprattutto di quella negata, visto che Caterina non potrà prendersi cura del figlio, "sequestratole" dall'imperatrice, che al contrario non ha mai potuto generare un figlio naturale. Dunque sono tante le dicotomie fondanti della storia, dove tutti sono insieme personaggi e antagonisti, in un tripudio di sfarzi e curiosità di cui la scrittrice ci rende partecipe: conosciamo i riti di palazzo, i problemi della sua ristrutturazione, gli sfizi dei regnanti e particolari sulle feste - c'è n'è una risalente a ben prima della Rivoluzione Francese durante la quale le donne indossano abiti maschili militari, cosa impensabile ai tempi. Mi riservo quest'ultima parte per dire che, pur non apprezzando solitamente i libri della Beat dal punto di vista della rilegatura e della stampa (avevo mosso la critica con la mia recensione di Angel), ho notato che per Il palazzo d'inverno si è usato un stile tipografico diverso che ha reso la lettura molto più leggera, quindi mi auguro che sia davvero un cambio di rotta da parte della casa editrice che sicuramente gioverà al suo pubblico.
Un romanzo ricco e particolare, coinvolgente e capace di catturare: ecco perché vi consiglio vivamente di leggerlo. Ma vi avverto... Una volta iniziato, vorrete subito conoscerne il seguito che, essendo ancora inedito in Italia, dovrete attendere ancora qualche tempo per leggere.
Voto:
Sono d'accorco con te sul romanzo!!Mi è piaciuto moltissimo anche perchè ho incontrato una protagonista che è facile amare, cosa che non succede spesso...non vedo l'ora di leggere il seguito!! *-*
RispondiEliminaIo adoro la Beat (idem la Neri Pozza) proprio perchè ci regalano queste chicche, Angel è il "classico beat" l'edizione economica di un Neri Pozza mentre questo è un Superbeat e il formato della brossura è più grande, forse è per questo che ti sei trovata meglio a leggere! ^^
Grazie mille, Pila, per il tuo commento :D è sempre bello confrontarsi con chi ha letto lo stesso libro, proprio perché ci si ritrova ad avere tanti punti di vista in comune sullo stesso argomento. Anche io ho amato Varvara, un po' meno Caterina, ma sono davvero due personaggi interessanti.
EliminaRiguardo la "diversità" tra Beat e SuperBeat, ne sono ben conscia, ma spero che la stessa cura applicata ai secondi (che sono una collana di inediti) venga applicata ai classici della casa editrice, perché Angel, ai tempi, mi aveva fatto molto storcere il naso. Se ti interessa, a tal proposito, trovi la mia recensione di Angel nella rubrica Cheapy Books ( http://dustypagesinwonderland.blogspot.it/2014/03/cheapy-books-recensione-angel-di.html). Comunque, apprezzo il loro catalogo perché lo trovo di alta qualità e ben più interessante rispetto all'offerta editoriale delle altre case editrici, al momento.