Il 17 dicembre 2014 ha rappresento per molti una data fondamentale della storia del cinema. Ha visto infatti l’uscita dell’ultimo attesissimo lavoro di Peter Jackson e Guillermo del Toro: Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate.
Il titolo rappresenta l’epilogo della seconda trilogia diretta dal regista neozelandese e ambientato nel mondo inventato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, incentrato sulla storia narrata nell’omonimo libro.
In questo terzo capitolo le vicissitudini della compagnia dei tredici Nani, dello Hobbit Bilbo Baggins e dello Stregone Gandalf giungono al termine, toccando finalmente l’apice nel tema guerresco della trilogia.
Gli scontri armati costituiscono infatti il leitmotiv dei 144 minuti, in cui sono compresi i differenti duelli tra eroi, la lunga battaglia delle Cinque Armate – che dà nome alla pellicola – e lo scontro con il drago, che abbiamo visto librarsi nel cielo delle Terre Selvagge alla fine de Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug.
Come accade di solito, è sempre un finale di serie sorprendente che riesce a far cambiare idea – anche radicalmente – su una storia.
La battaglia delle Cinque Armate risolleva le sorti e riporta a un livello accettabile una trilogia che ha destato molto critiche, spesso tacciata di aver tradito gli intenti letterari di Tolkien.
Diverso il discorso per il comparto tecnico: la regia è sublime, le colonne sonore sono composte da un maestro del genere (Howard Shore), gli effetti speciali, il cast, il trucco, gli abiti, i set sono scelti con la massima cura e rendono al meglio sul grande schermo, facendo onore agli sforzi per produrre La Battaglia delle Cinque Armate.
I problemi che, con un occhio molto critico, si potrebbero additare, sono limitati solo a specifiche scene dal gusto troppo sofisticato, sintomo della vena sempre più hollywoodiana di spettacolarizzare all’eccesso ogni azione degli eroi.
Sarebbe però ingiusto sminuire la bellezza di questo film sulla base di determinate scene che, nonostante tutto, non stonano affatto nel complesso.
Sono i troppi e evidenti errori dei due precedenti capitoli ad aver reso meno gradevole il film, poco legato all’originale letterario. Ma, come detto, il terzo capitolo è riuscito a ridurre al minimo ulteriori eccessive libertà dei registi che, stavolta, hanno dato l’idea di voler ritornare sul sentiero tracciato da Tolkien. Si nota, perciò, maggiore consapevolezza dei limiti che pone la trasposizione di un’opera letteraria di questa portata, ma senza negarsi l’opportunità di arricchire la storia nelle parti che da Tolkien erano state delineate in modo meno preciso.
Arrivati al terzo e ultimo capitolo della seconda trilogia tolkeniana di Jackson, a questo #UltimoViaggio (hashtag usato su Twitter e sulla locandina del film) nostalgico nella Terra di Mezzo, possiamo anche arrischiarci nel dare un parere complessivo della trilogia.
Indubbiamente la qualità dei tre film dal punto di vista tecnico è di gran lunga superiore al suo predecessore, Il Signore degli Anelli, che però vince su Lo Hobbit per bellezza e forza emotiva.
A discapito di quest'ultimo ha giocato l'aspirazione letteraria più fanciullesca, fattore che ha costretto i registi a conferire un’aura epica a un lavoro che non possedeva da principio caratteri di stampo propriamente eroico e leggendario.
La qualità e la “serietà” del lavoro sono state rese tali solo con l’inclusione di particolari presenti soprattutto nell’Appendice A de Il Signore degli Anelli, scelta che ha reso possibile un collegamento e una spiegazione chiarificatrice sull’origine delle grandi guerre della Terza Era contro Sauron e successive alla scoperta dell’Anello da parte di Bilbo.
Tuttavia l’intreccio narrativo de Lo Hobbit è sembrato forzato in più punti, con storie che presentavano passaggi troppo artefatti (simili a operazioni di marketing per attirare più spettatori al botteghino) e alcuni richiami a Il Signore degli Anelli che sono risultati troppo invasivi.
In definitiva Peter Jackson, stavolta con l’aiuto di Guillermo del Toro, è riuscito di nuovo a produrre una trilogia di alta qualità ma, forse troppo sicuro e galvanizzato dal primo grande successo ottenuto con Il Signore degli Anelli, ha preferito intraprendere un percorso pericoloso, facendo la mossa un po’ azzardata di modificare anche radicalmente l’essenza dello stesso romanzo.
Sono sempre le produzioni dai caratteri più eclatanti a rimanere indelebili nella memoria della critica e degli spettatori, lasciando che il pubblico ne parli per tanto a lungo, e di certo Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate, sarà oggetto di discussione ancora per molto.
A cura di Tonino Mangano.
Condivido le tue impressioni: l'ultimo capitolo si eleva ben al di sopra dei precedenti, ma, nel complesso, la trilogia non raggiunge le vette sublimi de Il Signore degli Anelli. Jackson ha voluto replicare un successo irreplicabile, rendendo eroica una storia che di per sé era poco più che avventurosa e inserendo davvero troppe parentesi retoriche, acrobatiche e sentimentali. Insomma, Lo Hobbit è piacevole e di buona qualità (la colonna sonora strabiliante), ma non imperdibile come il suo antecedente cinematografico.
RispondiEliminaCiao Malitia è tanto che non riesco a passare da te a trovarti.
RispondiEliminaSpero che tu abbia passato delle serene festività natalizie e che l'anno nuovo sia iniziato nel migliore dei modi.
Io non ho visto e non credo che potrò vedere il Film ma degli animi che lo hanno fatto mi hanno detto che la storia del libro ha subito troppe aggiunte da parte del regista che nella storia originale non c'erano nello Hobbit. Tu dici che in questo terzo film questa cosa non è successa e ne sono contenta - prima o poi riuscirò a vedere questi Film in un modo o nell'altro he he he
Un saluto e quando puoi passa a trovarmi al Rifugio degli elfi http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/ - io ti aspetto
Un saluto buona giornata e migliore fine settimana in arrivo
In effetti i film hanno subito molte aggiunte.
EliminaPerò ci sono aggiunte che definirei "lecite" perché inserite prendendo spunto dalle Appendici de Il Signore degli Anelli, dunque sono aggiunte fatte a fin di bene, per rendere più completa e chiara la storia che ruota intorno all'Anello e alle guerre della Terra di Mezzo durante la Terza Era.
Invece, ci sono altre aggiunte che sono veramente spudorate, delle trovate hollywoodiane usate per far accorrere più persone al botteghino!