mercoledì 24 settembre 2014

Recensione: Chi ha ucciso la signora Skrof? di Mika Waltari



Chi ha ucciso la signora Skrof?, Mika Waltari
Iperborea
224 pagine, 14.00 euro
Opera dello scrittore finlandese Mika Waltari, Chi ha ucciso la signora Skrof? è stato pubblicato per la prima volta in lingua originale nel 1939, dunque nel periodo d’oro del giallo classico (1920-40), ed è il primo di tre romanzi che hanno per protagonista il commissario Palmu. La casa editrice Iperborea, specializzata in letteratura del Nord Europa, lo propone oggi al pubblico italiano nel suo inconfondibile formato lungo e stretto (10x20) che rende la lettura meno faticosa e più piacevole. Nel libro troverete anche un’interessantissima postfazione di Luca Scarlini, che in poche pagine approfondisce alcuni aspetti sull’opera di questo autore.

Il libro di Waltari è il classico giallo deduttivo, anche detto in inglese whodunit?, ovvero chi l'ha fatto?, chi è stato?, un genere letterario in cui il lettore segue i percorsi logico-deduttivi di un investigatore - quasi sempre affiancato da un assistente che spesso è anche la voce narrante e che racconta le indagini su un delitto avvenuto in circostanze misteriose. Come si evince dal titolo il delitto qui è ai danni di una donna la cui morte appare a prima vista accidentale: una fuga di gas durante la notte avrebbe messo fine alla vita della ricca e avara anziana e del suo cagnetto. La prima ad accorgersi dell’odore di gas nelle scale della palazzina dove risiede la Skrof è una vicina, la signorina Hallamaa, impiegata alle Poste, che si presenta nell’androne con le sue vecchie pantofole ciabattanti ai piedi e la bottiglia del latte vuota in mano. Il veloce scambio di battute con la portinaia è incredibilmente efficace nel catturare l’attenzione del lettore, in quanto riesce a trascinarlo dentro la storia in poche battute. Fin dalle prime pagine l’azione scorre veloce e senza intoppi. Sarà il postino a confermare la fuga di gas dall’appartamento della signora Skrof e l’agente Ara ad avvertire la centrale dell’incidente avvenuto. L’entrata in scena del commissario e del suo assistente avviene nel secondo capitolo, quando il tenente Hagert si presenta nel loro ufficio per dare la notizia della segnalazione di Ara. Palmu è intento a leggere il giornale mentre l’assistente batte freneticamente i tasti sulla tastiera per redigere l’ennesimo verbale di qualche noiosissimo interrogatorio. Un altro rapido scambio di battute e poche pennellate per descrivere la scena e i personaggi.

Leggere Waltari è un po’ come osservare un artista al lavoro davanti al suo cavalletto. Sulla tela ancora bianca vanno prendendo forma a poco a poco volti, figure umane, caratteri e personalità distinte. Basta un’espressione del volto, un tono di voce, un gesto a caratterizzare la psicologia di ogni suo personaggio, anche di quelli minori. I personaggi si rivelano anche e soprattutto attraverso i dialoghi. Eccellente è a mio avviso la drammatizzazione delle scene di interrogatorio. È un giallo dalla trama ben costruita con un buon rapporto tra dialoghi e descrizioni. La scrittura di Waltari è limpida, a tratti ironica e divertente, e accompagna il lettore pagina dopo pagina.

L’ambientazione è urbana: tutta la vicenda si svolge a Helsinki e ruota attorno alle persone più vicine alla defunta: i coinquilini residenti nello stesso edificio di proprietà dell’anziana, tra cui l’avvocato Lanne che curava gli interessi della ricca signora e la figliastra Kirsti con la quale conviveva; i parenti e gli amici più stretti tra cui il reverendo Mustapaa, individuo dal passato losco a capo di una comunità religiosa che l’anziana donna frequentava; il nipote Lankela e il suo amico pittore surrealista Kuurna. Tutti i personaggi sono ben tratteggiati e risultano molto credibili nei dialoghi.

Gli elementi della detective story ci sono dunque tutti: un delitto, la classica coppia investigatore-assistente e un numero circoscritto di sospetti dove ognuno sembra avere un alibi di ferro; il tutto è presentato in maniera molto chiara al lettore. A un commissario di polizia “della vecchia scuola” Waltari affianca un assistente fresco di laurea in legge e appassionato di criminologia fin da ragazzo. Difficile non simpatizzare con questo commissario un po’ burbero ma molto cauto nelle sue indagini, o con il suo giovane ed entusiasta collega, che a un certo punto della storia, quando le indagini sembrano destinate a perdersi in un vicolo cieco - almeno per lui, ma di certo non per il commissario Palmu che si considera invece a un passo dalla svolta o per dirla con le sue parole “all’inizio della fine” - ammetterà il proprio scacco e si vedrà costretto a interpellare direttamente lo stesso lettore per chiedergli di venirgli in soccorso, complimentandosi in anticipo con chi riuscirà a risolvere un caso che a lui sembra ormai troppo intricato. I lettori amanti del genere e più esperti sono invitati a fare le loro congetture. Un espediente narrativo molto efficace che richiede la collaborazione del lettore nella risoluzione del caso.


Per concludere, è un libro che entusiasma e coinvolge, lo stile è fluido, la storia scorre veloce e si legge piacevolmente, complice una voce narrante davvero intrigante. Bene, ora tocca a voi leggere il libro e scoprire chi ha ucciso la signora Skrof, come e perché. A fine lettura la vostra curiosità verrà ampiamente ripagata.


A cura di Paola Buoso

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