Chi ha ucciso la signora Skrof?, Mika Waltari
Iperborea
224 pagine, 14.00 euro
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Opera
dello scrittore finlandese Mika
Waltari,
Chi ha
ucciso la signora Skrof?
è stato pubblicato per la prima volta in lingua originale nel 1939,
dunque nel periodo d’oro del giallo classico (1920-40), ed è il
primo di tre romanzi che hanno per protagonista il commissario Palmu.
La casa editrice Iperborea,
specializzata in letteratura del Nord Europa, lo propone oggi al
pubblico italiano nel suo inconfondibile formato lungo e stretto
(10x20) che rende la lettura meno faticosa e più piacevole. Nel
libro troverete anche un’interessantissima postfazione di Luca
Scarlini, che in poche pagine approfondisce alcuni aspetti sull’opera
di questo autore.
Il
libro di Waltari è il classico giallo deduttivo, anche detto in
inglese whodunit?,
ovvero chi
l'ha fatto?, chi
è stato?, un genere letterario in
cui il lettore segue i percorsi logico-deduttivi di un investigatore
- quasi sempre affiancato da un assistente che spesso è anche la
voce narrante e che racconta le
indagini su un delitto avvenuto in circostanze misteriose. Come si
evince dal titolo il delitto qui è ai danni di una donna la cui
morte appare a prima vista accidentale: una fuga di gas durante la
notte avrebbe messo fine alla vita della ricca e avara anziana e del
suo cagnetto. La prima ad accorgersi dell’odore di gas nelle scale
della palazzina dove risiede la Skrof è una vicina, la signorina
Hallamaa, impiegata alle Poste, che si presenta nell’androne con le
sue vecchie pantofole ciabattanti ai piedi e la bottiglia del latte
vuota in mano. Il veloce scambio di battute con la portinaia è
incredibilmente efficace nel catturare l’attenzione del lettore, in
quanto riesce a trascinarlo dentro la storia in poche battute. Fin
dalle prime pagine l’azione scorre veloce e senza intoppi. Sarà il
postino a confermare la fuga di gas dall’appartamento della signora
Skrof e l’agente Ara ad avvertire la centrale dell’incidente
avvenuto. L’entrata in scena del commissario e del suo assistente
avviene nel secondo capitolo, quando il tenente Hagert si presenta
nel loro ufficio per dare la notizia della segnalazione di Ara. Palmu
è intento a leggere il giornale mentre l’assistente batte
freneticamente i tasti sulla tastiera per redigere l’ennesimo
verbale di qualche noiosissimo interrogatorio. Un altro rapido
scambio di battute e poche pennellate per descrivere la scena e i
personaggi.
Leggere
Waltari è un po’ come osservare un artista al lavoro davanti al
suo cavalletto. Sulla tela ancora bianca vanno prendendo forma a poco
a poco volti, figure umane, caratteri e personalità distinte. Basta
un’espressione del volto, un tono di voce, un gesto a
caratterizzare la psicologia di ogni suo personaggio, anche di quelli
minori. I personaggi si rivelano anche e soprattutto attraverso i
dialoghi. Eccellente è a mio avviso la drammatizzazione delle scene
di interrogatorio. È un giallo dalla trama ben costruita con un buon
rapporto tra dialoghi e descrizioni. La scrittura di Waltari è
limpida, a tratti ironica e divertente, e accompagna il lettore
pagina dopo pagina.
L’ambientazione
è urbana: tutta la vicenda si svolge a Helsinki e ruota attorno alle
persone più vicine alla defunta: i coinquilini residenti nello
stesso edificio di proprietà dell’anziana, tra cui l’avvocato
Lanne che curava gli interessi della ricca signora e la figliastra
Kirsti con la quale conviveva; i parenti e gli amici più stretti tra
cui il reverendo Mustapaa, individuo dal passato losco a capo di una
comunità religiosa che l’anziana donna frequentava; il nipote
Lankela e il suo amico pittore surrealista Kuurna. Tutti i personaggi
sono ben tratteggiati e risultano molto credibili nei dialoghi.
Gli
elementi della detective story ci sono dunque tutti: un delitto, la
classica coppia investigatore-assistente e un
numero circoscritto di sospetti dove ognuno sembra avere un alibi di
ferro; il tutto è presentato in maniera molto chiara al lettore.
A un commissario di polizia “della vecchia scuola” Waltari
affianca un assistente fresco di laurea in legge e appassionato di
criminologia fin da ragazzo. Difficile non simpatizzare con questo
commissario un po’ burbero ma molto cauto nelle sue indagini, o con
il suo giovane ed entusiasta collega, che a un certo punto della
storia, quando le indagini sembrano destinate a perdersi in un vicolo
cieco - almeno per lui, ma di certo non per il commissario Palmu che
si considera invece a un passo dalla svolta o per dirla con le sue
parole “all’inizio della fine” - ammetterà il proprio scacco e
si vedrà costretto a interpellare direttamente lo stesso lettore per
chiedergli di venirgli in soccorso, complimentandosi in anticipo con
chi riuscirà a risolvere un caso che a lui sembra ormai troppo
intricato. I lettori amanti del genere e più esperti sono invitati a
fare le loro congetture. Un espediente narrativo molto efficace che
richiede la collaborazione del lettore nella risoluzione del caso.
Per
concludere, è un libro
che
entusiasma e coinvolge, lo stile è fluido, la storia scorre
veloce e si legge piacevolmente, complice una voce narrante davvero
intrigante. Bene,
ora tocca a voi leggere il libro e scoprire chi ha ucciso la signora
Skrof, come e perché. A fine lettura la vostra curiosità verrà
ampiamente ripagata.
A cura di Paola Buoso
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