martedì 23 settembre 2014

Man Booker Prize 2014: annunciata la shortlist finalista



Joshua Ferris, Richard Flanagan, Karen Joy Fowler, Howard Jacobson, Neel Mukherjee e Ali Smith sono gli autori finalisti del Man Booker Prize 2014 per la narrativa. È stato AC Grayling ad annunciarlo, in una conferenza stampa tenuta nella sede di Man Group – una delle principali società d’investimento e sponsor del premio dal 2002 – nella quale si è elogiata la grande qualità dei testi presentati quest’anno.
Ali Smith e Howard Jacobson sono gli unici candidati ad esser stati presenti anche nelle precedenti edizioni: Smith è stata nominata in precedenza nel 2001 per Hotel World (Minimum Fax, 2004) e di nuovo nel 2005 per The Accidental (Voci fuori campo, Feltrinelli, 2005), senza però giungere alla vittoria. I 72 anni di Jacobson fanno sperare in una vittoria con l’ultimo romanzo, J – avendo già lo scrittore una nomination alla shortlist e una vittoria del 2010 con The Finkler Question. A questi autori seguono Neel Mukherjee e Richard Flanagan, che arrivano dai paesi del Commonwealth e, pur aspirando al titolo per la prima volta, sono recensiti molto positivamente dalla critica – Flanagan è valutato come uno dei migliori scrittori australiani degli ultimi tempi. Inoltre sono in gara due americani, Karen Joy Fowler, autore di un romanzo campione di incassi considerato una ventata di aria fresca rispetto ai testi generalmente presentati ai premi letterari, e Joshua Ferris, il più giovane dei candidati, la cui vittoria segnerebbe un ritorno in auge della letteratura comica. 
I finalisti riceveranno un premio di 2500 sterline e un'edizione speciale rilegata del loro libro. Il vincitore, invece, riceverà un assegno di 50.000 sterline durante la cerimonia di premiazione alla Guildhall di Londra il 14 ottobre. 



How to be both, Ali Smith (Hamish Hamilton)
How to be both è un romanzo sulla versatilità dell'arte. Prendendo in prestito la tecnica dell'affresco per scrivere un’opera letteraria a doppia presa, il romanzo è un rapido movimento di dialogo tra le forme, i tempi, le verità e le finzioni. C'è un artista rinascimentale del 1460. C'è il figlio di un bambino del 1960. Due storie di amore e di ingiustizia in un intreccio singolare dove il tempo diventa senza tempo, la struttura diventa gioco, la conoscenza diviene mistero, l’immaginario diventa reale – e tutto ciò che è stato ha una seconda possibilità per rivivere.









J, Howard Jacobson (Jonathan Cape)
Ambientato nel futuro - un mondo in cui il passato è pericoloso, tanto da non poter esser raccontato - J è una storia d'amore di stranezza incomparabile, allo stesso tempo tenera e terrificante.
Due persone si innamorano, non sapendo ancora da dove vengono e dove stanno andando. Kevern non sa perché suo padre ha sempre due dita sulle labbra quando nomina una parola che inizia per J. Non è mai riuscito a trovare il mondo di domandarglielo. Anche Ailinn è cresciuta all'oscuro di chi fosse o da dove venisse. Al loro primo appuntamento, Kevern le bacia i lividi sotto gli occhi. Non le chiede chi le abbia fatto male. La crudeltà è cresciuta. Non sanno se l’amore è stato una loro iniziativa, o se sono stati spinti l'uno nelle braccia dell’altro. Ma chi li avrebbe spinti, e perché?
Appesa sulle vite di tutti i personaggi di questo romanzo vi è una catastrofe epocale - un evento passato avvolto nel sospetto, negato e celato, denominato con l’espressione “Cosa è successo, se è successo”.




The Lives of Others, Neel Mukherjee (Chatto & Windus)
Calcutta, 1967. Supratik è ormai pericolosamente coinvolto nell’attivismo politico estremo, all’insaputa della sua famiglia. Costretto dal desiderio di cambiare la sua vita e il mondo che lo circonda, tutto ciò che lascia dietro di sé prima di sparire è questa nota: “Mamma, mi sento esausto e costretto in un laccio stretto, così gonfio da non riuscire più a respirare. Lascio tutto per trovare un po' d'aria, un posto dove sarò in grado di dimenticare me stesso, la vita che mi è stata imposta e crearmene una da solo. Mi sento di vivere in una casa presa in prestito. È tempo di trovare la mia. Perdonami”.
Il patriarca e la matriarca della sua famiglia, i Ghoshes, reggono una casata di grandi dimensioni, senza sapere che sotto la superficie appena increspata della loro vita le sabbie si stanno spostando. Più che la storia di rivalità tra cognate, segreti distruttivi, e l'implosione dell'azienda di famiglia, il romanzo è la metafora di una società disgregata e piena di fratture. Per questo è un momento di turbolenza, di cambiamento inevitabile e inarrestabile: l'abisso tra le generazioni e tra chi ha e chi non ha non è mai stato più ampio. Un romanzo che analizza tanti scenari, i limiti dell’empatia e la natura dell'azione politica, e si chiede se possa essere possibile ripensare il nostro mondo e a quale costo.



The Narrow Road to the Deep North, Richard Flanagan (Chatto & Windus)
La storia di Richard Flanagan – che ha come protagonista Dorrigo Evans, un medico australiano turbato dalla relazione con la moglie di suo zio – ci porta dalle grotte dei cacciatori della Tasmania nel primo Novecento ad un fatiscente hotel sulla spiaggia durante la Prima guerra mondiale, da una prigione nella giungla thailandese ad una festa della neve in Giappone, dalla forca Changi a un incontro casuale di amanti sul Sydney Harbour Bridge.
Prendendo il titolo dal diario di viaggio del XVII secolo del poeta haiku Basho, The Narrow Road To The Deep North racconta l'impossibilità dell'amore.





We Are All Completely Beside Ourselves, Karen Joy Fowler (Serpent’s Tail)
Questa è la famiglia Cooke. Il nostro narratore è Rosemary Cooke. Da bambina, non ha mai smesso di parlare; da giovane donna, si è avvolta nel silenzio: il silenzio di chi vuole dimenticare e cerca di proteggersi. Qualcosa è successo, qualcosa di così terribile da esser sepolto nei recessi della sua mente. Ora il suo adorato fratello maggiore è un latitante, ricercato dall'FBI per terrorismo interno. E sua madre, una volta vivace, è un guscio vuoto, il padre intelligente e imperioso ora lontano e meditabondo. Che ne è stato di Fern, amata sorella di Rosemary, sua complice in tutta la loro infanzia? Quello che è toccato a Fern è un destino di famiglia, quello che, in tutta la loro innocenza, non avrebbe mai potuto immaginare.




To Rise Again at a Decent Hour, Joshua Ferris (Viking)
Paul O'Rourke è un uomo contraddittorio: ama il mondo, ma non sa come viverlo. È un luddista fissato con il suo iPhone, un dentista dipendente dalla nicotina, un accanito tifoso dei Red Sox devastato dalle loro vittorie e un ateo non del tutto disposto ad abbandonare l’idea dell’esistenza Dio. Ma qualcuno ha deciso di impersonare Paul sul web, creando a suo nome un sito, una pagina Facebook e un account di Twitter. Quello che inizia come una violazione oltraggiosa della sua privacy diventa presto qualcosa di più spaventoso: la possibilità che il Paul virtuale sia una versione migliore di quello reale. Paul indaga sul motivo del furto d’identità ma, nel frattempo, è costretto a confrontarsi con il suo travagliato passato e l’incertezza nel futuro in una vita inquietantemente diviso tra il reale e il virtuale. Allo stesso tempo divertente, demistificatorio e riflessivo rispetto le assurdità del mondo moderno, il romanzo si pone le eterne domande sul senso della vita, l’amore e la verità, lasciando spazio alla commozione e alla sorpresa.



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