La lista "incriminata" di Waterstones |
Pochi
giorni fa è stato pubblicato sul blog del quotidiano The Guardian (post
originale qui)
un post di Alison Flood che
riportava un’interessante osservazione: negli ultimi anni si è assistito ad un
radicale aumento dei lettori di fantasy epico, soprattutto quelli che hanno
come protagonisti i così detti blokes in cloaks, ossia gli uomini
in cappa, così le librerie pullulano di reparti di questo genere. È inevitabile
pensare che il ritorno in auge di un genere così di nicchia sia dovuto alla
trasposizione telefilmica de Cronache del Ghiaccio e del Fuoco,
saga letteraria di G.R.R. Martin, ma
altrettanto palese è la tendenza, nelle librerie, ad esporre per
lo più fantasy epici scritti da uomini. La polemica è nata da un articolo della
scrittrice Foz Meadows, che ha criticato
la scelta della maggiore libreria di catena britannica Waterstones di pubblicare una lista che comprende i migliori 22
romanzi fantasy epici/eroici, nella quale passa quasi inosservata la presenza
di sole due donne, Trudi Canavan e Gail Martin.
La
scrittrice Juliet E McKenna rincara
la dose, sostenendo che se si chiedesse ai librai il motivo per cui i reparti
di genere mancano di una presenza femminile, la risposta sarebbe “perché le
donne non scrivono fantasy epici”. Eppure oltre a G.R.R. Martin esiste un mondo
di scrittrici femminili altrettanto capaci.
Parliamo
per esempio di Robin Hobb, autrice
della Trilogia dei Lungavista: pseudonimo di Megan Lindholm, scrive
trilogie dotate di epiche battaglie e creature magiche (compresi i draghi), ma le
sue storie sono pienamente incentrate sui suoi personaggi, le loro ragioni e
aspirazioni. Si dice che Martin sia un
suo grande fan e sia stato ispirato proprio dagli animali magici dell’autrice
per la creazione dei metamorfi in Cronache
del Ghiaccio e del Fuoco.
NK Jemisin
è quella che si può chiamare un’esordiente nel genere, ma ha dimostrato di
sapere il fatto suo con The Inheritance Trilogy (traduzione
italiana a cura della casa editrice Gargoyle) e la duologia Dreamblood.
Il primo volume della trilogia, I centomila regni, racconta le
contese per il trono di diverse famiglie, un po’ come quelle per ottenere il leggendario
trono di spade.
Altra
autrice famosa è Ursula K Le Guin,
che ha scritto La saga di Terramare, paragonata alla Trilogia dell’anello di J.R.R. Tolkien e definita come un
grande classico moderno, oscuro e quasi arturiano – racconta infatti le vicende
di un pastore destinato a diventare signore dei draghi.
Io aggiungerei anche Robin LaFevers, della quale sto seguendo la serie His Fair Assassin – trovate la mia recensione del primo volume qui - che mi sta appassionando tanto da non riuscire ad aspettarne la traduzione italiana. Rispetto alle altre saghe presentate in questo articolo, la serie è basata su fatti storici realmente accaduti, ma l’elemento magico la rende degna di essere inserita tra i romanzi epic fantasy. Tra le autrici le cui opere sono state pubblicate in italiano, c'è anche Marion Zimmer Bradley, che con la sua saga di Avalon ha fatto riscoprire i personaggi del ciclo arturiano e le leggende sull'isola da cui la serie prende il suo nome.
Io aggiungerei anche Robin LaFevers, della quale sto seguendo la serie His Fair Assassin – trovate la mia recensione del primo volume qui - che mi sta appassionando tanto da non riuscire ad aspettarne la traduzione italiana. Rispetto alle altre saghe presentate in questo articolo, la serie è basata su fatti storici realmente accaduti, ma l’elemento magico la rende degna di essere inserita tra i romanzi epic fantasy. Tra le autrici le cui opere sono state pubblicate in italiano, c'è anche Marion Zimmer Bradley, che con la sua saga di Avalon ha fatto riscoprire i personaggi del ciclo arturiano e le leggende sull'isola da cui la serie prende il suo nome.
Ancora
sconosciuti e inediti in Italia i romanzi di Kate Elliott (alias Alis A. Ramussen), la cui serie più famosa è Crown
of Stars, composta da sette
volumi pubblicati tra il 1997 e il 2006, che condivide con la saga di Martin lo
stesso setting storico, ossia il tardo medioevo, ed è incentrata su temi come
la guerra, la religione, la cavallerie e le questioni di genere.
Elizabeth Bear,
anch’essa inedita in Italia, è autrice della trilogia The Eternal Sky e ha pubblicato
numerosi romanzi di sottogenere urban. The
Eternal Sky è ambientata in una versione AU delle steppe dell'Asia
centrale, abitata da tribù nomadi che ricordano i Dothraki. Il punto forte della saga sono la caratterizzazione e l’utilizzo
intelligente dell’elemento magico.
Julie Victoria Jones
ha scritto invece la trilogia The Book of Words e un seguito, Sword
of Shadows, più maturo e sofisticato, incentrato sulla figlia dell’eroe
della prima saga e nello stesso tempo slegata dalla trilogia. L’ambientazione scandinava
ricorda le storie dei personaggi che in Martin vivono al di là della barriera.
Queste
sono solo alcune delle più famose scrittrici di fantasy epici, ma se ne
potrebbero nominare ancora: Alison Flood ricorda Jaqueline Carey, Juliet Marillier, Kelly Link, Muriel Gray, Diana Wynne
Jones e Mary Robinette Kowal.
E
voi cosa ne pensate? Anche le librerie italiane selezionano più autori che
autrici di epic fantasy?
Mi viene in mente che lessi da qualche parte che fu proprio una scelta della casa editrice anglosassone di pubblicare Harry Potter utilizzando non il nome intero dell'autrice ma J.K. Rowling. Questo per rimandare il lettore ad autori imponenti come C.S. Lewis J.R.R. Tolkien. Sarà quindi anche un "pregiudizio" dei lettori del genere?
RispondiEliminaSecondo me sì, soprattutto se sono maschi ;)
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