venerdì 17 luglio 2015

Il tempio degli Otaku #109: Excel Saga, di Koshi Rikudo








Salve a tutti, e benvenuti ad una nuova puntata de "Il Tempio degli Otaku"! La parola "originale" viene spesso maltrattata  e usata a sproposito: ma in questo caso è l'unica possibile. Anzi, è addirittura riduttiva: è solo originale una serie che diventa ad ogni puntata di un genere diverso, che si fa un punto d'onore nel parodiare più cliché possibili delle opere giapponesi, che vive di eccentricità e sospensione di credulità? Questi sono gli ingredienti di Excel Saga, anime tratto dall'omonima serie di Koshi Rikudo. Seguiteci nella recensione per immergervi nel suo folle mondo. Buona lettura (e visione)!

A questo punto seguirebbe la descrizione della trama. Peccato solo che l'anime non abbia una trama, nemmeno all'interno dei singoli episodi. Dovremo perciò accontentarci delle premesse generali. Nella città F. della prefettura di F. ha sede l'Across, organizzazione segreta il cui scopo è conquistare il mondo. Il suo fondatore, Il Palazzo, escogita e medita a getto continuo piani da affidare alle sue fidate (uniche) sottoposte: l'esuberante Excel e la dolce Hyatt, affetta dal "brutto vizio di morire". Tra una missione fallita e l'altra seguiremo anche le vicende di Frattaglia, la sfortunata cagnolina di Excel, di Pedro - immigrato brasiliano molestato, e non solo in senso figurato, dal destino - dei vicini di casa della protagonista e del misterioso Nabeshin, alter ego del regista Shinichi Watanabe. E questo è solo l'inizio...

Niente descrive Excel Saga meglio del suo sottotitolo: animazione sperimentale insensata. Animazione si spiega da sé. Sperimentale: come accennato nell'introduzione, l'anime muta continuamente genere, ora diventando un film di guerra, ora un anime sugli sport, in un'altra puntata ancora un poliziesco, e così via. Lo spettatore scopre che anime guarderà questa volta grazie al disclaimer del mangaka Koshi Rikudo, che autorizza gli sceneggiatori a prendersi delle licenze sul manga. Va detto, ad onor del vero, che non sempre il disclaimer è veritiero: l'episodio horror, ad esempio, è tale soltanto negli ultimi minuti, e quello sulla "giovinezza" è più che altro uno sberleffo agli spokon - shonen a tema sportivo. Inoltre nulla impedisce agli sceneggiatori di imprimere la propria visione personale del genere di turno, alle volte con risultati spiazzanti come nella puntata sulle storie di animali, il cui svolgimento sembra un po' eccessivo per gli standard del genere.
Infine, insensata. Non si può che concordare: gli amanti delle opere complesse, seriose, ed in generale con un senso logico dovrebbero stare attenti durante la visione di Excel Saga. Le puntate non hanno quasi mai un inizio, uno svolgimento ed una conclusione coerenti; i protagonisti si intrecciano soltanto grazie al caso,  o a forzature della sceneggiatura prontamente segnalate dagli stessi personaggi. A momenti drammatici si susseguono gag e anticlimax, che spesso rimandano a qualche stereotipo dei manga: alle parole poetiche di Excel sull'allenamento di bowling e di vita impartitole da Nabeshin segue l'ammissione che, in fondo, l'allenamento non era durato che sei secondi, e che probabilmente non è servito a un bel niente. La situazione viene sempre ristabilita alla fine della puntata, per quanto senza speranza sembrasse, di solito per mano della Grande Volontà dell'Universo, deus ex machina di nome e di fatto.
Tra una scena assurda e l'altra, però, si può intravedere una sferzante critica alle convenzioni: il regista preme per reintrodurre sulla scena un personaggio morto in maniera cruenta perché ha già fatto iniziare la produzione di massa di action figure; un giornalista di belle speranze, di fronte alla scena di distruzione (e di vomito verde) che si trova davanti, non pensa che alle sue possibilità di fare carriera; in un episodio ambientato in piscina i personaggi maschili non riescono mai a farsi inquadrare, a scapito delle belle donne in costume da bagno. Si fa per ridere, ovviamente... O forse no?
Alla luce del contenuto si può chiudere un occhio sul comparto tecnico, che raggiunge la sufficienza e nulla più. Non c'è bisogno che Excel lo faccia notare: è palese che gli sceneggiatori fossero più ricchi di idee che di budget, vista la scarsa qualità delle animazioni, i fondali approssimati, i colori falsati e i dialoghi usati per risparmiare sulle inquadrature. Era una consuetudine, negli anni '90, anche in un titolo cult come Neon Genesis Evangelion (parodiato ed omaggiato senza pietà nel corso della serie); e ai nostri occhi, viziati da ottima computer graphic e character design accattivante, sembra solo un difetto, e nemmeno di poco conto. Tuttavia a uno sguardo più attento, si scopre che questo non è necessariamente un male: con una grafica poco curata il contenuto deve essere per forza consistente, come infatti è il caso dei due titoli sopracitati. Mentre se l'aspetto visivo è appagante forse lo spettatore non si accorgerà di quanto il resto sia poco curato. Tutto sta nel non farsi ingannare, e scegliere con cura a cosa dare attenzione e cosa no... E recuperare Excel Saga sembra una scelta più sensata di quanto si potrebbe pensare.
... E con questa nota seria - stonata - si conclude la puntata di oggi. Arrivederci al prossimo appuntamento de "Il Tempio degli Otaku"!

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