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L'incanto di Fantasia, Caterina Armentano
0111 Edizioni
174 pagine, 15.00 euro
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L’incanto di Fantasia è un piccolo volume dalla copertina evocativa, una storia che richiama i vecchi miti della tradizione greca, raccontando l’origine della scrittura, della fiaba e della fantasia. Il tutto ha inizio con Minerva che decide di fare un dono a una bambina senza voce e senza nome, maltrattata da tutti gli abitanti del villaggio perché considerata un essere inferiore. La bambina dapprima crede che il dono più importante sia la voce, sperimentando l’orrore della popolazione per un miracolo così grande quale cominciare a parlare, poi si persuade a richiedere in dono il nome. La dea, colpita dal talento della piccola per il disegno, le impone il nome di Fantasia, insieme alla capacità di far sognare con il solo tocco delle mani e di creare fiabe, unica arma che possa sconfiggere i mali più potenti che affliggono gli umani: Superstizione e Paura.
Creerò un nuovo linguaggio, si disse presa dal potere che le dava coraggio, per raccontare agli altri le mie fiabe… raccoglierò le mie storie e le porterò al ondo… chiamerò il metodo scrittura e il dono lo chiamerò libro e girerò il mondo per porgerlo agli uomini.
E in quella notte fatata la piccola Fantasia iniziò a scrivere il primo libro dell’era andata, mentre creature magiche, principesse in pericolo e oggetti stregati facevano capolino nella sua mente incantata.
Ogni storia raccontata da Fantasia ha un suo significato profondo e le tematiche affrontate sono le più svariate. Primo fra tutti, nel presentarci la protagonista, ricorre il tema del bullismo e dello sfruttamento del più debole, che viene poi accompagnato da una fiaba sul razzismo e una sulla cattiva percezione degli altri. Tutto si intreccia alla caducità della vita, alla necessità di vivere pienamente e serenamente il giorno, senza dimenticare di stare con gli altri, evitando di focalizzarsi su se stessi e fermarsi a giudicare solo dalle apparenze. La mia fiaba preferita, in tal senso, è quella del Principe Arcobaleno, proprio perché il suo messaggio è il tentativo di ammirare la varietà umana così come si ammira un grande arcobaleno in un giorno di pioggia.
Non avevo mai letto nulla di Caterina Armentano, ma devo dire di esser stata piacevolmente sorpresa dalla naturalezza con la quale ha saputo caricare di significato delle storie molto semplici. Unico elemento che mi ha un po’ destabilizzato è stato l’inizio della storia, ambientata in un periodo senza tempo, riconducibile forse all’antichità, e tuttavia con l’inserimento della tecnologia in alcune storie. La sensazione di straniamento iniziale si è comunque dissolta con le ultime parole della storia di Fantasia. Credo che il target della raccolta (dagli 8 anni in su) sia appropriato, ma una flessione di qualche anno in meno non credo creerebbe problemi. Di certo è una celebrazione del grande potere della scrittura e del libro, recuperando la funzione educativa che le fiabe possono avere nella formazione del bambino, ormai bombardato da messaggi fuorvianti che provengono dal mondo della scuola come anche dal tubo catodico.
Vorrei chiudere questa piccola recensione riportando le parole dell’autrice presenti nella nota dell’autore allegata al libro, che spiegano pienamente l’intenzione dietro la stesura della raccolta e il pensiero dell’autrice sulla necessità di crescere leggendo e ascoltando le fiabe.
Se tutti i bambini avessero la fortuna di crescere con la fiaba della buona notte che gli aleggia intorno tra il sonno e la veglia, quando gli occhi combattono per non chiudersi in attesa della “fine”, se avessero la fortuna di vivere in una casa dove i libri non sono soprammobili, di certo molte solitudini sarebbero curate, sanate. Rabbia, iperattività, aggressività non avrebbero valenza negativa, ma diverrebbero energia da sfruttare per costruire qualcosa di positivo. E la ben nota lotta tra il bene e il male, il circuito infinito di interrogativi che attanagliano la mente di chi si appresta a crescere, soprattutto se in mancanza di una guida salda e sana, avrebbero connotati identificativi, non sarebbero ombre e fantasmi da portarsi sulle spalle come fardelli ingombranti ed eterni.
Voto:
Ma ora eccoci arrivati ad un momento sensazionale e irripetibile: per la prima volta, su Dusty Pages in Wonderland, abbiamo l'onore di poter intervistare una dei personaggi più simpatici delle fiabe raccolte ne L'incanto di Fantasia: direttamente da Perfettina e il Pero magico, diamo un caloroso benvenuto a Perfettina.
Perfettina
Ciao Perfettina, benvenuta su Dusty Pages in Wonderland.
Ciao Lizy, che onore per me accettare questa intervista. Lo dicevo a Lunghina e Dondolina che, prima o poi, questa buccia lucida e perfetta sarebbe stata la mia fortuna.
Lunghina e Dondolina?
Si, sono alcune delle mie sorelle pere. In tutto siamo cinque, stiamo sulla chioma destra dell’albero e spesso ci piace chiacchierare.
Di cosa discutete?
Un po’ di tutto: sogni, speranze, ma le mie sorelle non hanno le mie stesse ambizioni. Poverine, sognano tutte di lasciare quest’albero, ma io sto così bene qui. Insomma, faccio gola a bambini e adulti che non riescono ad allungare il braccio tanto da cogliermi. Cosa ci può essere di più bello che sentirsi desiderati? Io amo restare immobile e riparata dalle foglie del mio albero, ma pare che le mie sorelle abbiano fretta di lasciarmi da sola.
E quali sono i tuoi desideri?
Io non desidero altro che vivere senza alcun pensiero, ma l’albero sembra non veder l’ora di liberarsi di me.
Se dovessi esprimere un desiderio, quale sarebbe?
Di certo mi farei tramutare in una bambina. I bambini non fanno altro che correre liberi per i parchi e sorridere, giocare felici. Potrei aver cura di me stessa, acconciarmi i capelli in trecce complicate e, soprattutto, da grande potrei diventare una star del cinema.
Ma i bambini studiano e sono i loro genitori a decidere per loro cosa possono o non possono fare.
Non credo proprio… anzi, questa intervista verrà pubblicata presto? Per allora potrei già essere una bambina, tutti verranno a conoscenza del prodigio che mi ha resa umana e mi chiederanno di partecipare a qualche trasmissione televisiva. Già me li immagino i titoli dei giornali: “Perfettina, la pera che si fece bambina”. Potrei scrivere un libro di memorie e creare un brand, magari anche…
Grazie per essere stata con noi, Perfettina. Non vediamo l’ora di scoprire che prodigiose pieghe assumerà la tua nuova vita…