giovedì 31 dicembre 2015

Video: Bilanci letture 2015. Il meglio e il peggio


Ciao a tutti! Ecco il recap delle letture migliori e peggiori del 2015, spero vogliate condividere la vostra classifica! Colgo l'occasione per farvi gli auguri di un felice 2016, ricco di letture!

Link alle recensioni dei libri menzionati:


mercoledì 30 dicembre 2015

"Distillati" for dummies: la lettura semplificata a tutti i costi



Non è una novità, eppure non cessa di far discutere il lancio in edicola della collana Distillati, che comprende libri “tagliati” ed epurati delle parti noiose e che ricorda l'operazione della Selezione Reader Digest in voga negli anni Settanta.
Rassicuriamoci: non stiamo assistendo alla morte della lettura. L'idea, che lascia il tempo che trova in un periodo in cui chi non legge ha sempre più motivi e distrazioni per non farlo, si estinguerà com'è già successo alle campagne precedenti. Ma induce certamente a qualche riflessione, collegata soprattutto al modo in cui i Distillati sono stati presentati.

Pur attribuendo ogni buona intenzione all'ideatore Giulio Lattanzi, i Distillati non appaiono come un'operazione culturale, giacché collegare la parola “cultura” alla menomazione di un libro appare quanto meno contraddittorio. La fallacia di questo tipo di tentativi è già stata testimoniata dai “Live” della Newton Compton, libri brevissimi e dal costo irrisorio che, sebbene si attribuissero le stesse finalità, non hanno certo aumentato il numero dei lettori – nel 2015, come accade ormai da anni, sono piuttosto diminuiti. I Distillati, invece, lanciano un segnale importante sulle condizioni dell'editoria e restituiscono l'impressione che stiamo ormai grattando il fondo: la conduzione di tipo manageriale che ha soppiantato quella di impronta “letteraria” ha creato un bacino di lettori deboli, insoddisfatti, annoiati, ineducati, la cui attenzione deve essere continuamente richiamata da slogan, proposte “innovative”, design vivaci e accattivanti. Con lo stesso spirito sono state rivisitate le copertine dei classici, ispirate a questo o quel fenomeno letterario per adolescenti, che strizza l'occhio a un tipo di esperienza di lettura unicamente indirizzata all'estetica anziché al contenuto.

Nell'ormai consueta abitudine di offendere l'intelligenza dei “non lettori” si insinua la presunzione che questi debbano leggere a tutti i costi e, sebbene l'esigua percentuale di lettori in Italia debba destare preoccupazione, l'edizione “ridotta” di un libro per adulti fa pensare a un manuale di auto-aiuto “for dummies”. Ancora una volta si rifiuta di capire che la formazione di nuovi lettori deve avvenire attraverso l'incentivazione e il finanziamento delle biblioteche, che solo quando diverranno centro nevralgico della comunità avranno l'opportunità di aumentare seriamente il numero dei lettori. Campagne di sensibilizzazione devono essere sempre presenti, è necessario lo siano, ma non possono eguagliare l'opera di educazione all'affettività – sì, verso il libro – che è in grado di generare l'attività di una biblioteca o di un centro culturale.

Al contrario, l'andazzo che finora è stato incoraggiato e che può essere esplicato dall'assunto “qualsiasi cosa, purché si legga”, mirato esclusivamente all'ingaggio di lettori estemporanei che rimpinguassero le casse delle case editrici e che hanno abbandonato per prima cosa la lettura quando si è presentata la crisi economica, ha cercato di ovviare alla qualità con la quantità, non riuscendo infine a soddisfare né l'una, né l'altra. Posta sempre la sacralità della lettura di evasione, l'invasione di best seller di poco spessore e di libri-spazzatura preconfezionati ha generato tanta di quella ignoranza da spogliare la lettura del suo significato ultimo: l'arricchimento e la formazione personale.

I Distillati sembrano, per l'appunto, voler rispondere a un problema di ordine “logistico”: la presunta mancanza di tempo con cui i “non lettori” si giustificano, spesso insieme a un sospiro di sconforto e a un'espressione contrita che stanno a significare: “vorrei tanto, ma...”. 
La consapevolezza da parte degli ideatori della collana della frequenza con cui vengono guardati film e serie tv ha quindi ispirato l'idea di romanzi che possono essere letti in un ristretto intervallo di tempo, tanto quanto se ne impiega per dedicarsi alle altre due attività. Con ciò, hanno però dimostrato di non aver afferrato il nocciolo della questione, che non risiede certo nella mancanza di tempo, ma nel formato: chi preferisce guardare una serie tv non prenderà in mano un libro soltanto perché questo impiega lo stesso tempo, e il motivo sta nel fatto che, spesso, un film e una serie tv non richiedono uguale impegno, sforzo, concentrazione e spirito di riflessione che pretende un libro. E non è un caso, infatti, se i fruitori delle migliori serie tv sono già, o sono stati, dei lettori. Se hanno smesso di esserlo, o lo sono molto più di rado, il motivo potrebbe però consistere nel fatto – azzardo – che comincia a diventare molto difficile trovare ottimi libri di intrattenimento che appassionino quanto una serie tv. Gli editori più grandi continuano ostinatamente a procacciare le attenzioni del “non lettore”, nella speranza di allargare il bacino di utenza, senza curarsi di rafforzare la fascia già esistente di lettori forti, confondendo sempre di più le collane, rinunciando alla propria identità in virtù di un modello che sta portando il sistema a collassare. Le conseguenze non si fanno sentire soltanto sul piano economico, ma si riflettono su una società sempre più incapace di soffermarsi a pensare, superficiale, imbecille, anestetizzata e che, pur volendo evitare immaginari apocalittici, fa molto pensare alla distopia di Fahrenheit 451, dove l'espulsione autoprogrammata dei libri dalla vita quotidiana (che passava anzitutto proprio dalla riduzione dei libri) era stata dettata dall'esigenza di evasione – di matrice capitalistica – che arrivava al termine della stancante giornata di lavoro.

Altro presupposto totalmente errato è che la consumazione di un libro si esaurisca nella trama spiccia, e che possa essere facilmente mutilato di parti giudicate superflue (Da chi? In base a quali criteri?) impoverendo la lettura e privandola della pazienza che richiede. La pazienza non è, però, una condanna, ma una virtù indispensabile se si desidera godere della bellezza, valore che stiamo sempre più disprezzando. Se non si è disposti a leggere qualche scena in più, non è necessario si legga per forza: non è una prescrizione medica. Liberiamo i “non lettori” dall'incombenza di dover dimostrare il loro “valore” e smettiamola di fare della lettura un ideale radical chic o hipster.
Inoltre, ancora meno senso dimostra la scelta dei titoli: autori come John Grisham o Wilbur Smith hanno scritto romanzi già studiati per essere avvincenti, incalzanti e per avere il merito di tenere il naso incollato alle pagine. La riduzione di trame complesse il cui intreccio è creato apposta per appassionare non trova motivo di esistere, oltre a rendere l'operazione particolarmente difficoltosa se si ha la pretesa di mantenere immutata l'integrità del contenuto almeno in linea generale. È lecito chiedere: Giulio Lattanzi, che insegna Economia e gestione delle imprese editoriali al Master di Editoria Cartacea e Multimediale dell’Università di Bologna, direbbe mai ai propri allievi di studiare soltanto un quinto delle pagine dei libri assegnati per l'esame?


venerdì 18 dicembre 2015

Recensione: La resistenza del Maschio di Elisabetta Bucciarelli



La resistenza del maschio, Elisabetta Bucciarelli
NN Editore
234 pagine, 10 euro
La resistenza del Maschio è un romanzo che fa dell'inanità la caratteristica dell'ultimo stadio evolutivo dell'uomo. Il retaggio appartiene alla letteratura del secolo scorso, ma ha un risvolto più intimistico, caratterizzato da elementi formali prettamente “contemporanei”: brevità, schiettezza, minimalismo, agilità, assenza di parole superflue, immagini che danno spazio a voci più che a suoni e colori.

C'è quindi L'Uomo, che avrebbe potuto chiamarsi Adamo, solo nella narcisistica percezione di se stesso, e ci sono tre donne, riunite per un pomeriggio nella sala d'attesa di uno studio medico, tre diverse prospettive dell'amore o, per meglio dire, della relazione di coppia.

L'uomo è un professore d'arte con il pallino della misurazione e probabilmente con un concetto di bellezza e perfezione legato alla simmetria (quindi alla razionalità), a cui è imputata la colpa della rinuncia alla riproduzione: la Moglie vuole un figlio che lui non ha intenzione di concederle, perché non ha istinto paterno e perché non desidera che un individuo dipenda da lui. Per quale motivo lei desideri questo figlio, invece, non è chiaro, se non per un'esigenza conformista (di derivazione sociale o biologica) che, alla soglia dei quarant'anni, le impone di mettere al mondo una nuova vita. Bucciarelli non si premura di spiegarlo, prendiamolo quindi come un dato di fatto. Le tensioni che si creano tra L'Uomo e la Moglie sono molto alte ed esemplificate da un episodio in particolare, dove l'incontro con la terapista restituisce l'idea di un marito innamorato, le cui parole sembrano però recitate da un attore di palcoscenico. La Moglie, isterica ma più autentica, ha un rigetto violento per la calma serafica con cui lui rifiuta il ruolo della paternità. L'Uomo ha intanto conosciuto un'altra donna con cui intraprende una relazione fatta soltanto di sms, e non certo per scrupoli di fedeltà: la noia di un rapporto concreto, quindi responsabile, abitudinario, soggetto alle usure del tempo lo fanno desistere dall'intenzione di incontrare questa donna, che accetta passivamente l'egotismo di una storia condotta secondo le regole di lui. L'unica relazione giusta, per l'Uomo, sembra essere la non-relazione, salvo poi frequentare fisicamente altre donne.

Quasi tutti i personaggi sono guidati dal proprio egoismo e presi da se stessi, e ciò che emerge, potente, è la banalità di queste vite, di questi desideri, di questi microcosmi che nulla desiderano se non la realizzazione di misere aspirazioni. Uomini piccoli e donne piccole che agiscono in una dimensione teatrale, scandita da precise battute di tempo e da dialoghi concisi, a volte aforismatici, pronunciati soprattutto dalle tre donne che, dall'alto dell'esperienza personale, sentenziano sulla vita e sull'amore. Tutto questo ha un sentore di ridicolezza, di povertà umana, di incapacità di staccarsi dai luoghi comuni: sono personaggi “bassi”, perciò incredibilmente simili a noi e che possono essere giudicati nei limiti in cui giudichiamo noi stessi. L'Uomo è un sottile (forse inconsapevole) aguzzino, la cui erudizione e capacità affabulatorie concorrono a delineare molto bene l'immagine di un inconsistente fanfarone: malgrado la rispettabile decisione di non avere figli, di non adeguarsi a un ruolo impostogli che dovrebbe salvarlo dalla consuetudinarietà, è evidente che la sua sia una posizione di non-responsabilità, di comoda immobilità (tipica della “specie in mutazione dei maschi che resistono, quella che si sottrae, che non fa il suo dovere, non protegge, non mantiene, non fa figli, non fa un beato cavolo di niente” – l'uomo irrita, quindi, perché non assolve neanche ai suoi doveri di maschio biologico, perdendo di utilità); la Moglie non-è, esiste solo nel desiderio della maternità e sembra non avere altra caratteristica. L'efferatezza (più palpabile nel caso di una, meno evidente in quello dell'altro) ha consumato un amore che, nel caso dell'Uomo, è plausibile non sia mai esistito. Non esistono giustificazioni per nessuno dei due, e il punto di maggiore forza del romanzo consiste nell'ambiguità dei ruoli e nell'impossibilità di schierarsi da una parte o dall'altra, ma soprattutto nell'eventualità che tutto quello che ho scritto possa essere ribaltato dalla sensibilità di un altro lettore, che ha percepito tutt'altro. Lo stile è appositamente impersonale, distaccato, guarda con occhio oggettivo alla scena, quasi fosse una telecamera che riprende una sequenza.

Elisabetta Bucciarelli consegna un libro dal taglio affilato e dalle atmosfere chirurgiche, asettiche, specchio dell'aridità del protagonista ma anche di un'intera società anaffettiva e automatica, dove gli attori delle relazioni interpersonali vedono nell'altro soltanto il proprio riflesso.

Voto: 



lunedì 14 dicembre 2015

Speciale Natale: i nostri consigli per i vostri regali


Arrivano le vacanze di fine anno e, con esse, l'incubo dei miei collaboratori: il post sui consigli natalizi. Che vogliate fare un regalo ad altri o a voi stessi, ecco una lista di titoli che vale la pena non farsi sfuggire. Se volete ulteriori spunti, inoltre, potete guardare QUI il video sulla mia wishlist natalizia. La cosa davvero importante, comunque, è una: a Natale, regalate libri. Non solo perché un libro è un regalo bello, personalizzato, economico e che molto dà a chi lo riceve. Ma anche perché credo che i lettori forti abbiano il dovere di supportare un settore che, per chi non lo sapesse, è da anni fortemente in crisi. E, soprattutto: se vogliamo che si pubblichino libri belli, compriamo libri belli. Questi sono solo alcuni.

I miei consigli:

Vi ho parlato di recente QUI di Chirù (Einaudi) e tengo a ribadire che questo Natale non potete farvelo sfuggire: la voce ipnotica di Michela Murgia vi terrà incollati alle pagine, e non credete che il libro non sia del tutto a tema con le feste. Il senso di solitudine, la malinconia, la lotta contro i propri fantasmi personali e, in ultimo, il lieto fine, lasciano un senso di speranza che si accorda benissimo con questo periodo dell'anno.



Il controverso romanzo di Michel Houellebecq (Bompiani), pubblicato a inizio 2015, è tornato tristemente attuale. Le recenti stragi operate dal terrorismo in Europa gettano ombre sulla convivenza pacifica tra cristiani e musulmani, e le domande sulla reale possibilità di appianare lo scontro di civiltà tra Occidente e Oriente cominciano ad affollarsi. Sottomissione è un libro da leggere con intelligenza ed estrema apertura mentale. Una provocazione magnificamente scritta, sincera, poco ipocrita e per questo disturbante, che deve essere letta. Se volete saperne di più, QUI trovate la mia recensione.

Joyce Carol Oates non è mai una lettura “semplice”. Con lei, servono spesso perseveranza e determinazione, alla fine ricompensate con un senso di pienezza e con la sensazione palpabile di aver letto letteratura. Le si perdonano anche quelli che potremmo considerare difetti, e che, invece, fanno parte della sua cifra stilistica. Premesso questo, il mio ultimo consiglio è lui: Il maledetto (Mondadori). Seicento pagine di un racconto storico e gotico, prezioso, descrittivo, abbondante, onirico, ricco di immagini che richiamano Stoker le ambientazioni lovecraftiane. Un bel libro, da tenere sul comodino e da leggere accanto al camino.



I consigli di Alessandra: 

Si dice che a Natale –  e più in generale a Dicembre  – si tirino le somme dell’anno trascorso. Io devo ammettere di essermi dedicata ai classici e alle perle letterarie e di averne riscoperto l’immenso fascino. Il mio consiglio non è dunque una delle ultime uscite, ma un esempio brillante di letteratura ispano- americana, La città e i cani di Mario Vargas Llosa. Pubblicato nel 2007 da Einaudi,  racconta l’educazione dell’alter-ego dell’autore nel Collegio Leoncio Prado di Lima. I cani, in questo caso, sono proprio gli studenti del collegio, che vivono su uno sfondo di violenza sia fisica che mentale. Uno dei primi libri del premio Nobel per la Letteratura del 2010. Consiglio questa lettura a chi abbia voglia – anche tra regali e tombolate – di immergersi in una lettura di un certo calibro.

Le Fiabe Italiane di Calvino sono invece il mio consiglio per chi ha voglia di leggere qualcosa, ma non ha molto tempo per farlo! La raccolta è varia e non si deve necessariamente leggere per intero, ma tra una fetta di pandoro e una di panettone, perché non immergersi in una di queste storie? Dopo tutto a Natale si torna un po’ bambini e una fiaba è proprio quello che ci vuole per rinsaldare questa particolare atmosfera. Calvino le pubblicò nel 1956 con Einaudi e, come dice il titolo originale dell’opera, si tratta di “fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni” e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino. Chissà poi che non si possano deliziare i propri commensali con la favola di “Gesù e San Pietro in Friuli”!


A chi invece ne ha abbastanza di atmosfere natalizie o a chi semplicemente ama la fantascienza, va il mio consiglio riguardante il beneamato R. Heinlein, e, in particolare, I figli di Matusalemme. Pubblicato in Italia nel 1961 da Mondadori, affronta – come spesso accade nelle storie di Heinlein – il tema del viaggio verso la frontiera, alla scoperta di nuovi mondi. Ad sostenere il viaggio sono stavolta degli ultracentenari frutto di un progetto genetico sperimentale che, una volta scoperti, fuggono dalla terra per sottrarsi all’accusa di non voler condividere il segreto della lunga vita. Una lettura vivace, leggera, ottima per trascorrere qualche ora di beata lettura senza dover tuttavia immergersi in qualcosa di troppo pesante e complesso.



I consigli di Rossella:

Natale è per eccellenza la festa dedicata alla famiglia. Tuttavia non tutte le famiglie sono serene eunite, nella vita come nella letteratura. Se a suo tempo – nonostante il meritato battage pubblicitario – vi siete fatti sfuggire La bellezza delle cose fragili di Taiye Selasi (Einaudi), potrebbe essere l'occasione giusta per immergervi nelle tormentate vicende della famiglia Sai e nelle raffinate atmosfere create dall'autrice.



Di Oliver Sacks sono noti i suoi casi clinici e le sue ricerche – si pensi a Risvegli o a L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Meno conosciuta, ma ugualmente interessante, la sua formazione e la sua profonda passione per la chimica, che lo ha portato a diventare neurologo. Con questa Zio Tungsteno – Ricordi di un'infanzia chimica (Adelphi) potrete rimediare a questa lacuna, e ricordare un medico e un autore di pregio recentemente scomparso.




Un libro ambientato nell'industria pornografica potrebbe essere considerato azzardato per le feste natalizie, ve lo concediamo. Tuttavia, un romanzo che fa riflettere, divertire ed intrattenere con ironia e intelligenza è in realtà adatto a tutte le stagioni, sopratutto in un momento come questo, in cui è sempre più difficile trovare in libreria opere di questo calibro. Se vi abbiamo incuriositi, trovate maggiori informazioni di  Ultimo piano (Imprimateur) di Francesco D'Isa nella nostra recensione.



I consigli di Valentina:

Se cercate un libro con la buona dose d'azione e di sentimento, senza rischiare di accumulare troppi zuccheri in vista del cenone, potete affidarvi a Miele di Ian McEwan, spy-story emozionante e metaletteraria che saprà conquistare il destinatario del regalo e tenergli compagnia nelle fredde giornate invernali, permettendogli di tornare indietro nel tempo e assaporare la missione della protagonista. QUI potete trovare la recensione.






Per gli amici o i fidanzati cinefili ottimo regalo potrebbe essere Il cinema secondo Hitchcock, interessantissima intervista del regista della Nouvelle Vague François Truffaut al "genio del brivido", nella quale vengono raccontate eccezionali chicche sulla la filmografia del regista di Psyco.


Se volete regalare un bel libro che affronta i meccanismi di persuasione della comunicazione di massa, vi consiglio Apocalittici e Integrati di Umberto Eco, adatto a coloro che vogliono veder chiaro nelle strategie di manipolazione dei media tradizionali e che le riscopriranno nella contemporanea assuefazione ai social network.


Un unico avvertimento che vale per qualsiasi regalo: assicuratevi sempre di conoscere i gusti del destinatario, altrimenti rischiate che il libro prescelto venga relegato a mero oggetto di arredamento!



I consigli di Barbara:
La Bussola d’Oro di Philip Pulmann (Salani) nasce come romanzo per bambini, ma con il tempo è diventato un cult anche fra gli adulti. Che siate grandi o piccini, quindi, questo è un ottimo libro da leggere o da far trovare sotto l’albero per Natale. Le sue atmosfere, sebbene non esplicitamente natalizie, richiamano moltissimo questo periodo dell’anno, grazie alla terra fredda e innevata dove si svolge l’azione e ai personaggi magici che popolano le pagine, come gli orsi corazzati e le streghe. Amerete Lyra e la sua testardaggine così come resterete affascinati dalle sue avventure.


Se volete sorprendere qualcuno con una novità, perché non affidarsi alla celebre penna di J. Harris e al suo ultimo libro: Il Canto del ribelle (Garzanti)? La Harris ancora una volta sorprende il lettore offrendogli un nuovo modo di guardare i miti nordici e lo fa attraverso uno dei personaggi più amati del genere: Loki, il dio degli inganni. Un romanzo che è un po’ magia e un po’ storia, ma che sicuramente sa affascinare ogni tipo di lettore. Per saperne di più, potete leggere la recensione QUI.



Se siete lettori più affini al Grinch che ai folletti di Babbo Natale, potreste trovare la giusta dose diFederica Soprani e Vittoria Corella, ambientati in una Londra vittoriana e i cui personaggi sono ricreati sulla falsa riga di Sherlock Holmes e del fido Watson. Le due autrici vi porteranno in viaggio per i quartieri più malfamati e viziosi di Londra, per culminare con il racconto I fantasmi del passato (Lite editions), citazione in chiave noir del celebre Canto di Natale di Dickens. QUI la nostra recensione.
oscurità nei quattro racconti di



I consigli di Angela:

L’inverno sta arrivando, il Natale anche e non c’è niente di meglio che sedersi al caldo dopo i pranzi infiniti e leggere un buon libro, per nutrire anche l’anima. Ho deciso di consigliarvi tre dei migliori libri che mi sia capitato di leggere quest’anno.
Uscito all’inizio del 2015, l’ultimo lavoro di Foenkinos, Charlotte (Mondadori), racconta la vita della pittrice Charlotte Solomon, vittima dei genocidi nazisti, con un calore umano e un grande rispetto per la figura di questa donna passionale e creativa. Scritto in maniera atipica, andando a capo dopo ogni punto, si legge di un fiato e resta dentro a lungo.



Ve ne abbiamo già parlato, Beautiful You (Mondadori) è una bomba di attualità e delirio à la Palahniuk, perfetto come regalo di Natale per ridere, ma anche riflettere sulle psicosi erotiche della nostra società.


Tutte le poesie di Raymond Carver sono raccolte in Orientarsi con le stelle, pubblicato dalla casa editrice Minimum Fax. La vita di sogni, amarezze, disillusioni e speranze di uno dei più grandi scrittori americani del ventesimo secolo. Una meravigliosa rivelazione per chi già conosce i racconti, un Carver da scoprire per chi lo legge per la prima volta.





I consigli di Michela:

Come ogni anno a dicembre si ripropone il fatidico e stressante momento della scelta dei regali. Personalmente amo trovare i romanzi perfetti per parenti e amici: ci vuole una notevole dose di psicologia spicciola e occorre saper vedere al di là delle apparenze. Da buona appassionata di gialli, questa volta vorrei proporvi due titoli che mi hanno convinto fin dalle prime pagine, soprattutto per quanto riguarda originalità e scrittura, e un terzo completamente diverso. Il primo romanzo che vi consiglio è Morte in ascensore di Alan Thomas: questo volume segna il gradito ritorno di una casa editrice, la Polillo, e in particolare di una collana (I Bassotti) che è stata lontana dalle librerie per circa un anno. Si tratta di un giallo del 1928, inedito in Italia e caratterizzato da una delle tematiche che preferisco in assoluto, ovvero il delitto a porte chiuse, estremizzato e ancor più impossibile perché avvenuto all'interno di un ascensore con un solo passeggero a bordo.   

Se questa sfida dell'assurdo non vi bastasse, il secondo volume che vi propongo è Melissa di Francis Durbridge, uscita del Giallo Mondadori di dicembre, pubblicato da Longanesi nei lontani anni '70. Questo romanzo è noto soprattutto per lo sceneggiato Rai omonimo, rimasto nel cuore di tanti appassionati e memoria di un periodo in cui la parola "fiction" non era ancora sinonimo di spazzatura.





Per ultimo vi consiglio un libro che non è uscito di recente, che non c'entra nulla con i precedenti, ma che dovete assolutamente leggere se volete fregiarvi del titolo di lettori. Mi riferisco a L'altalena del respiro (Feltrinelli) del Premio Nobel per la letteratura Herta Müller, cronaca dei difficili giorni all'interno di un campo di lavoro sovietico. Questo romanzo, straziante e bellissimo al contempo, è una vera e propria esperienza di vita: è in grado di distruggere e far pensare con una narrazione cruda e disillusa, ma anche di meravigliare e deliziare grazie ad uno stile cristallino e ad una scelta di immagini incredibilmente potenti e profonde.



I consigli di Tonino:

Un regalo che quest’anno la RW Lion sembra aver fatto ai suoi lettori è la ristampa di Sandman, opera a fumetti di Neil Gaiman, attualmente giunta al volume numero 3. Dopo l’esaurimento e la difficile reperibilità delle raccolte con copertina rigida nera, la casa editrice ha dato il via alla pubblicazione di nuove raccolte cartonate e impreziosite da copertine più ricche e colorate rispetto alla precedente edizione. Nei primi due numeri la trama è interconnessa, mentre nel terzo volume compaiono storie autoconclusive. Nonostante questa differenza di struttura, la qualità dell’opera è indiscutibile: la collaborazione tra grandi artisti e narratori originali non poteva non dare alla luce un’opera di grande impatto, commentata positivamente sia da critici che da appassionati del genere fantasy del fumetto.

A questa nuova ristampa delle raccolte di Sandman, si accompagna l’uscita di una serie di spillati riguardanti le origini dell’omonimo personaggio: Sandman Overture. La serie è giunta al suo quinto appuntamento proprio lo scorso mese. In quest’opera, più matura, si avverte un cambiamento nella veste grafica (tecniche di disegno e collocazione delle vignette) che non si esime dallo stupire i lettori. La storyline, per quanto relativamente breve, terrà incollati fino all’ultima pagina e susciterà un’insaziabile curiosità per l’uscita del numero seguente. Come ogni episodio di Sandman, le stranezze saranno alla base dello sviluppo della trama, contribuendo in modo notevole all’aumento della suspense. Un appuntamento imperdibile per tutti gli affezionati di Morfeo o degli Eterni o per i curiosi del genere.

mercoledì 9 dicembre 2015

Recensione: .OTTO. Luce e ombra di J.C. Casalini



.OTTO. Luce e ombra, J.C. Casalini
Vertigo
233 pagine, 14 euro
Prendete il mondo dell’illusionismo, numerosi specchi e un riflesso che si ribella al proprio padrone.
Questo è il mix da cui prende avvio .OTTO., l’avvincente romanzo di Casalini.

Otto è un giovane adulto che sceglie di seguire la strada dell’illusionismo per cui, però, non ha proprio nessun talento. Insieme a lui c’è la bellissima Anna, la sua fidanzata storica che rinuncia a tutto pur di vederlo realizzato. La svolta avviene quando Otto si rende conto che il suo riflesso gode di vita propria e si offre di dargli fama e successo in cambio della libertà. Un classico patto con il diavolo che sappiamo non porta mai a niente di buono.

Da qui Casalini ci catapulta in un mondo fatto di magia e malvagità che sovverte il classico binomio di luce e ombra in un crescendo di crudeltà e di soprusi. In questo romanzo, infatti, è la luce ad essere foriera di demoni e il buio è, al contrario, il luogo sicuro in cui nascondersi. Casalini si rifà alla storia di Lucifero, il diavolo, inteso come portatore di luce e per estensione dei riflessi negli specchi. Un riflesso esiste, infatti, solo nel mondo della luce e sparisce nelle tenebre. Un ribaltamento nuovo che ha, però, un senso compiuto nel modo in cui è inteso.

Quello di Casalini è un romanzo avvincente, scritto con un stile ricercato che occasionalmente si lascia andare a brani più poetici – soprattutto nel delineare il rapporto fra Anna e Otto – o a brani più scientifici – quando il riflesso di Otto parla della propria natura. La trama è accattivante e si sviluppa a un ritmo sostenuto fra un crescendo di violenza e colpi di scena.

I personaggi sono ben costruiti: Otto il mago fallito che non vuole arrendersi all’evidenza, Anna la ragazza che sacrifica tutto per colui che ama e che si rivela debole e disposta a subire diversi abusi prima di trovare finalmente la forza di sollevare la testa, il Riflesso, senza scrupolo alcuno e interessato solo ed esclusivamente a se stesso. Anche i personaggi secondari seppure descritti con poche parole rivelano carattere e atteggiamenti precisi che facilmente possono essere immaginati dal lettore.

Il rapporto fra Anna e Otto è forse una delle poche cose cui che si possa obiettare a questo romanzo. Anna è senza dubbio la classica donna debole che si fa sottomettere facilmente da un compagno più egoista di lei. Otto è fondamentalmente questo: un egoista. Anna rinuncia ai suoi studi per lui, litiga con i genitori e accetta di vivere in una situazione che rasenta la miseria eppure il rapporto è sempre solido e lei continua imperterrita a sacrificarsi per Otto.

Molto particolare è il fatto che nessun personaggio di questo romanzo sia apprezzabile; Otto è, appunto, troppo egoista, Anna troppo sottomessa, sebbene verso la fine si rivaluti parecchio, e il Riflesso è troppo crudele. Forse lo scopo di Casalini è proprio quello di non dare punti fermi al lettore, fare in modo che non si identifichi con nessuno. L’effetto è destabilizzante e contribuisce a creare quel senso di claustrofobia e di pessimismo che attraversa tutto il romanzo.

Piccolo neo in questa narrazione altrimenti valida è qualche errore di stile, sebbene si possano contare sulle dita di una mano.

Casalini è riuscito a creare un nuovo demone da temere: il proprio riflesso a cui, circondati come siamo da superfici riflettenti, è impossibile sfuggire, e lo ha fatto con un romanzo scorrevole dalla lettura rapida e avvincente.

Voto: 


giovedì 3 dicembre 2015

Blog Tour Welcome to Austenland – 9° Tappa

Anche Dusty pages in Wonderland aderisce al Blog Tour dedicato a Jane Austen. I luoghi e gli amici, il libro curato dalla casa editrice Jo March che raccoglie testimonianze sull'autrice inglese e compie un percorso nei luoghi dove ha vissuto. Chi mi conosce sa bene che non perdo occasione per far parlare di Jane Austen e qui sono messe in palio ben cinque copie di un libro che sembra interessantissimo, quindi fatevi sotto e spandete il verbo!





La Jane Austen Society of Italy presenta il Blog Tour “Welcome to Austenland”


La Jane Austen Society of Italy (JASIT) è un'associazione culturale che promuove in Italia la conoscenza e lo studio di Jane Austen, la sua vita, la sua opera e tutto ciò che è legato a essa, attraverso qualunque attività utile a realizzare tale scopo, nel nome dell'arricchimento culturale personale e condiviso. Visita il sito.

IL LIBRO

Autore: Constance Hill
Titolo: Jane Austen: i luoghi e gli amici
Illustrazioni di Ellen G. Hill
Titolo originale: Jane Austen: Her Homes and Her Friends
Traduzione e cura di Silvia Ogier, Mara Barbuni, Gabriella Parisi, Giuseppe Ierolli
Introduzione di Silvia Ogier
Foto di copertina di Petra Zari
Editore: Jo March Agenzia Letteraria
in collaborazione con JASIT, Jane Austen Society of Italy
Prima edizione: 16 dicembre 2013
ISBN 978-88-906076-4-6
Brossura, pagine 240
Prezzo € 14,00

Sinossi, dalla quarta di copertina
Nel 1901, le sorelle Constance ed Ellen Hill infilarono in valigia taccuini e matite, noleggiarono un calesse vecchio stile e partirono alla ricerca di “Austenland”, come chiamarono, in modo bizzarro e ingegnoso, il mondo di Jane Austen – quel luogo fisico (l’Inghilterra della sua vita e dei suoi romanzi) ma anche letterario (il microcosmo delle persone della sua vita ma anche dei suoi personaggi) e soprattutto metafisico (la fonte dei sentimenti generati nei suoi lettori) sul quale regna incontrastato e sempre rigoglioso il suo genio creativo, da oltre duecento anni.
Il pellegrinaggio di due Janeites della primissima ora, “due di noi”, alla scoperta delle tracce terrene della vita quotidiana della grande scrittrice, dà così vita a un’originale biografia sotto forma di diario di viaggio, in cui le impressioni personali ed entusiaste della biografa-ammiratrice di fronte ai luoghi austeniani convivono con le informazioni raccolte dal vivo lungo l’itinerario e con le stesse vibranti parole di Jane Austen, tratte dai romanzi e dalle lettere, ma anche dalle testimonianze dei suoi familiari, così come le ha raccolte il nipote James Edward Austen-Leigh nel prezioso Memoir, la prima biografia mai pubblicata.
«Ora chiederemo ai nostri lettori, con l’immaginazione, di rimettere indietro le lancette del tempo a più di cento anni fa e di venire con noi alla presenza di Miss Austen».
(dalla Prefazione)

Link utili
- Per saperne di più, vai al post di presentazione del libro, Due passi per Austenland: Jane Austen. I luoghi e gli Amici di C.Hill

Tema tappa: Il fingerpost in copertina

La copertina di Jane Austen: i luoghi e gli amici presenta la foto del famoso fngerpost all'incrocio sulla Winchester Road davanti al cottage di Chawton, il luogo che più di ogni altro rappresenta “l'ombelico del mondo austeniano”. Durante la progettazione del libro, la scelta del soggetto di copertina si è rivelata un divertente scambio di punti di vista tra la Jane Austen Society of Italy e Jo March; il tutto ha avuto inizio con la proposta di Petra Zari, fondatore e segretario di JASIT, di prendere in considerazione alcune delle sue foto scattate a Chawton, molto prima che questo titolo fosse scoperto. La Jo March ha accolto con entusiasmo la proposta, coinvolgendo JASIT nella scelta della foto e tonalità più adatta per la copertina del libro che è apparsa immediatamente chiara a tutti: il fngerpost, ricordato anche in un disegno di Ellen Hill nelle prime pagine del volume, era assieme celebrazione del luogo simbolo di Jane Austen e la metafora del viaggio, un'immagine perfetta. Piccola curiosità, la veratenzone è stata sulla scelta della tonalità dell'immagine, tra il color pesca e il lavanda, ma il carattere evocativo di quest'ultima ha fnito per convincere tutti. 

CALENDARIO TAPPE

1° Tappa – Giovedì 5 Novembre > La Leggivendola
Tema tappa: La scoperta di JASIT

2° Tappa – Lunedì 9 Novembre > Coffee& Books
Tema tappa: Il Libro

3° Tappa – Giovedì 12 Novembre > La Fenice Book
Tema tappa: Le Autrici

4° Tappa – Lunedì 16 Novembre > L’ora del libro
Tema tappa: I Luoghi

5° Tappa – Giovedì 19 Novembre > Del furor di aver libri
Tema tappa: L'edizione italiana

6° Tappa – Lunedì 23 Novembre > Bostonian Library
Tema tappa: “A sentimental journey”

7° Tappa – Giovedì 26 Novembre > Le mele del silenzio
Tema tappa: Il centenario della morte di Jane Austen

8° Tappa – Lunedì 30 Novembre > La Tana di una booklover
Tema tappa: Austen-land

9° Tappa – Giovedì 3 Dicembre > Dusty pages in wonderland
Tema tappa: Il fingerpost in copertina

10° Tappa – Lunedì 7 Dicembre > Peek a Book
Tema tappa: Una guida per Janeite

Tappa conclusiva – Giovedì 10 Dicembre JASIT.it
Estrazione Giveaway



REGOLAMENTO BLOG TOUR PER I PARTECIPANTI

1. Commentare tutte le tappe del Blog Tour con la formula “Partecipo e condivido” e, a vostra discrezione, aggiungere un pensiero relativo all'argomento della tappa

2. Mettere “Mi piace” sulla pagina Facebook del libro Jane Austen. I luoghi e gli amici

3. Unirsi ai “lettori fissi” o “followers” di JASIT e di tutti i blog aderenti all'iniziativa

4. Condividere tutte le tappe sui vostri canali social, taggando dove possibile JASIT

5. Chi avrà seguito il regolamento fino alla fine potrà vincere una delle cinque copie del libro in palio!

N.B.!
* I cinque vincitori del Blog Tour verranno estratti tramite il sistema di random.org e saranno pubblicati sul sito ufficiale della Jane Austen Society of Italy Giovedì 10 Dicembre.


Per motivi di privacy e prevenzione anti-spam, si chiede ai vincitori di confermare la presa visione della vincita commentando sul post finale e comunicando tramite email a info@jasit.it il proprio nominativo e i dati per la spedizione del libro.

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