La Bologna Children's Book Fair rappresenta da anni il maggiore punto di riferimento per il settore editoriale ragazzi, un crogiolo di colori, illustrazioni e locandine che tende spesso a uniformare, anziché diversificare, l'offerta, rendendo indistinguibili gli stand. Individuare la politica dietro ogni casa editrice diventa una operazione complessa, e poche riescono a coniugare un messaggio che vada oltre il generico tributo all'infanzia con la bellezza degli allestimenti.
Un arcobaleno veste le pareti dello stand dello Stampatello, piccola e coraggiosa casa editrice italiana che dal 2011 si occupa di tematiche LGBT, e la scritta: “Forte! Non lo sapevo che si poteva!” palesa l'invito esplicito a rompere i tabù legati alla discriminazione di genere. Di proprietà di Francesca Pardi e Silvia Maria Fiengo – con cui ho avuto il piacere di chiacchierare – , Lo Stampatello nasce dall'esigenza di sopperire all'incapacità di genitori e maestre di rispondere alle frequenti domande dei compagni di scuola dei figli delle fondatrici. Esigenza a cui la Pardi aveva risposto con la stesura di un libriccino da pubblicare con una grossa casa editrice, che alla fine, per mancanza di coraggio, si era tirata indietro: da qui l'idea di avviare una propria attività che aiutasse ad affrontare la sfida dell'omogenitorialità.
Alle spalle dello Stampatello c'è una nutrita comunità che, per usare le parole dell'editore, “ha bisogno della casa editrice e di cui la casa editrice ha bisogno”, sostenendo in maniera concreta la pubblicazione. “È una produzione dal basso”: nel caso di Perché hai due papà?, per esempio, è stata necessaria una prevendita che finanziasse la stampa delle copie. Fondamentale la mediazione dei social network, in particolare di Facebook, che gioca un ruolo centrale nella diffusione delle iniziative dello Stampatello. Se però i maggiori sovvenzionatori sono gli omosessuali, quasi totale è l'interesse nei confronti di queste tematiche delle coppie etero: alla mia domanda su quali siano i libri che vendono di più, l'editore risponde con amarezza che il principale tramite è rappresentato dall'Associazione Famiglie Arcobaleno – malgrado Lo Stampatello sia distribuito da Messaggerie – e che risultano pressoché invenduti quei libri che mettono in discussioni gli stereotipi maschili – l'anatroccolo che ama il rosa e diviene vittima di bullismo – o che affrontano i temi della guerra e dell'immigrazione. Maggiormente apprezzati i volumi che parlano di emancipazione femminile e la serie Piccolo Uovo – illustrata da Altan –, unico long-seller della casa editrice giunto alla quarta ristampa. Solo cinque titoli su trenta (con tirature di 1500/2000 copie) sono stati esauriti; per gli altri, la casa editrice risulta in perdita.
Emerge da questi dati il quadro di un paese impreparato, spaventato e incapace di affrontare le problematiche legate al mondo LGBT. Paradigmatico il caso di una libreria che, in assenza di un reparto specifico in cui collocare i libri dello Stampatello, decide inizialmente di esporli nello scaffale per adulti: l'episodio risale a cinque anni fa e manifesta la portata rivoluzionaria di questa casa editrice, prima in Italia a parlare ai bambini di omosessualità.
Chiedo ancora: “I vostri libri vengono adottati nelle scuole?”. “No”, è la risposta secca, mentre all'estero, soprattutto nel Regno Unito e nei paesi del Nord Europa, editori simili possono puntare all'esaurimento della tiratura grazie alla diffusione presso le biblioteche e le scuole, dove viene insegnata educazione sessuale. Sono anche paesi in cui la cultura, sostiene Maria Silvia Fiengo, è “popolare”, vissuta come un piacere e costantemente immersa nel quotidiano. “Nessuna sorpresa che si leggano molti più libri, laddove in Italia siamo ancora annichiliti dalla divisione tra cultura 'alta' e 'bassa' ”.
Nonostante queste cattive notizie, però, durante la mia visita allo stand Lo Stampatello vende diverse copie: alcuni trovano finalmente titoli a lungo cercati, altri non si negano un abbondante bottino, prova tangibile che eventi come quello di Bologna rappresentano ancora una vetrina importante e un canale di vendita non indifferente. La casa editrice non sarà tuttavia presente al Salone del Libro di Torino: in fondo, le fiere costano troppo.
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