mercoledì 16 marzo 2011

Interview with... Loredana La Puma

Sono lieta di ospitare presso il blog una talentuosa  (mia) concittadina autrice della saga fantasy dell'Avernon, Loredana La Puma, che ha fatto l'insolita scelta di ambientare i suoi libri a Palermo.  Dopo averne pubblicato i primi due episodi (Il cerchio si è chiuso, di cui trovate trama e recensione qui, e La città di pietra) siamo in fervente attesa del terzo romanzo; nel frattempo provate a godervi questa intervista che, spero, vi incuriosirà un po' verso Loredana e la sua saga ;)



Interview with...

Loredana La Puma


M: Ciao Loredana! Raccontaci un po' di te: quando e come è nata la tua passione per la scrittura?

L: Ciao a te e a tutti i lettori.
La mia passione per la scrittura è nata davvero presto. Immagina che possedevo una macchina da scrivere portatile già a sette anni (quanto l’era della videoscrittura era ancora da venire). Ho sempre amato leggere e ho sempre amato scrivere. Da piccola passavo giornate intere a immaginare storie nella mia testa, e il passo successivo era proprio metterle per iscritto. Come molte delle passioni infantili, poi tutto scemò con l’andare del tempo e col sopraggiungere di impegni più pressanti. Il mio amore per la scrittura, a un livello più “serio”, è rinato solo nel periodo universitario, non a caso in concomitanza con la scoperta del genere fantasy. Sono state proprio queste nuove letture a entusiasmarmi e a darmi la spinta per ricominciare.

M:  Il Cerchio si è chiuso è il primo episodio della Trilogia dell'Averon, una saga fantasy ambientata nella tua città: ma sembra incredibile che un genere come questo possa rivivere nei luoghi che frequentiamo abitualmente! Come ti è venuta questa idea?

L: In un primo momento in maniera abbastanza naturale: ho iniziato a scrivere una storia che aveva per protagonista una ragazza comune e che conduceva una vita del tutto simile alla mia. Quindi il primo e più spontaneo pensiero è stato quello di collocarla nel mio stesso ambiente. Quando poi, poco alla volta, la storia ha cominciato ad acquisire sfumature sempre più fantasy, il legame con questa città non si è spezzato, anzi, si è rafforzato, perché parte di questa “virata” fantastica è stata causata proprio dalle suggestioni che Palermo mi ha sempre fornito. Del resto, uno degli aspetti più affascinanti delle storie che fondono il fantastico e il reale – le mie preferite – è proprio quello di trasfigurare luoghi a noi noti rendendoli “altri”, di aprire infinte possibilità immaginative partendo da elementi che fanno parte della nostra realtà.

M: Che cosa ti ispira di più di Palermo?

L: Palermo è un luogo incredibile, unico al mondo probabilmente. Possiamo ripercorrere millenni di storia semplicemente facendo una passeggiata di pochi chilometri per strade e ambienti a noi così familiari da farci spesso dimenticare quali tesori racchiudano. Ogni angolo di questa città è ricco di passato, di fascino e di mistero. Nel caso del mio romanzo, uno degli aspetti che di sicuro mi ha ispirato di più è l’esistenza della cosiddetta “Palermo sotterranea”, anche se poi ovviamente ho trasfigurato il tutto in chiave fantastica e ampliato il semplice spunto iniziale fino a creare il mondo sotterraneo dei Guardiani.
M:  In che modo hai dovuto "filtrare" la città così da adattarla al tuo libro, considerato anche il genere che hai deciso di trattare?

L: La Palermo del mio libro è in verità una trasfigurazione della città reale. Difatti nel romanzo, tranne qualche rara eccezione, non troviamo luoghi specifici descritti nel dettaglio; non si tratta di un caso ma di una scelta precisa, perché non era su quello che volevo puntare l’attenzione. Ciò che mi interessava era cercare di catturare e trasferire al lettore l’atmosfera che permea certi luoghi della città, quel senso di mistero che aleggia intorno a noi ovunque voltiamo lo sguardo.

M:  Ambienterai altri libri a Palermo? Oppure hai deciso di terminare con la saga dell'Averon l'ambientazione originale nella nostra città?

L: Dipenderà tutto dai libri che scriverò e dalle storie che mi verranno in mente. Ci sono storie che possono essere ambientate ovunque senza che questo ne cambi il significato – e che spesso, proprio per questo motivo, possono “sostenere” perfino un’ambientazione indefinita. Ce ne sono altre che invece sono strettamente legate a uno specifico luogo. La storia che conto di scrivere dopo la trilogia dovrebbe appartenere al primo caso, e quindi forse l’ambientazione sarà indeterminata, ma è difficile stabilirlo a priori. Comunque Palermo, a dispetto delle apparenze e dei pregiudizi, è un meraviglioso palcoscenico per storie a carattere fantastico (gli scrittori di genere statunitensi pagherebbero per avere a disposizione scenari simili, credetemi), e siccome questo è l’ambito in cui conto di muovermi anche in futuro, non escludo un ritorno alla mia città.

M: Parliamo della saga: come è nata la storia? quanto tempo hai impiegato per scriverla?

L: La storia è nata in modo imprevisto, come spesso accade. Inizialmente avevo in testa solo alcuni elementi, alcuni punti fermi: una ragazza dal passato oscuro e un’organizzazione che per qualche motivo vedeva in lei una minaccia. Ma non riuscivo ad andare oltre questo. Scrivevo e riscrivevo in continuazione un ipotetico primo capitolo, ma non funzionava. Avevo praticamente lasciato perdere quando, mesi dopo l’ultimo tentativo, decisi di svagarmi dallo studio scribacchiando a mano, sul quaderno degli appunti, la scena di una ragazza che, alla fermata di un autobus, fa un incontro con un uomo misterioso. E così la storia ha finalmente preso il via. Ho terminato la stesura del primo libro in sei mesi circa. Si può considerare un romanzo scritto di getto, anche se poi ovviamente ci sono state diverse versioni che si sono succedute nel tempo (del resto, sono passati tre anni prima di riuscire a trovare un editore). Lo stesso si può dire per il secondo libro. Il terzo si è rivelato invece ben altra faccenda: sia a causa di problemi personali sia per la maggiore lunghezza e complessità della storia (spesso ho dovuto interrompere la stesura per dedicarmi all’attività di documentazione), la stesura è iniziata circa tre anni fa e non è ancora terminata. Ma adesso finalmente ci siamo quasi.
M: Sappiamo che hai scritto la tua tesi di laurea sul Signore degli anelli: la passione per il fantasy deriva quindi da Tolkien? Quali sono gli autori, fantasy e non, che ammiri di più?

L: In parte deriva da Tolkien e in parte deriva da J.K. Rowling. In modi ovviamente del tutto diversi e per differenti motivi (i loro universi letterari sono distanti anni luce l’uno dell’altro) sono i miei miti e i miei punti di riferimento. Mi hanno aperto un mondo nuovo e mi hanno messo davanti agli occhi alcune delle infinite possibilità dell’immaginazione umana. La cosa curiosa è che in entrambi i casi il tramite per arrivare ai rispettivi libri è stato quello cinematografico: ho visto prima i film, poi ho “scoperto” i romanzi. Da quel momento mi sono innamorata del fantasy in tutte le sue declinazioni, e quindi quando è arrivato il momento di scegliere l’argomento della tesi di laurea ho deciso di occuparmi di qualcosa che amavo e che in parte conoscevo già molto bene; un argomento su cui sentivo di avere qualcosa da dire. Fra gli autori fantasy che al momento ammiro di più, oltre a quelli citati, ci sono Robert Jordan, Diana Wynne Jones, Ursula K. Le Guin, Neal Gaiman e Jonathan Stroud; fra gli autori “non fantasy”, in assoluto Jane Austen.

M:  Elli è una ragazza comune in cui è molto facile identificarsi: quanto di lei c'è in Loredana e in cosa, invece, siete totalmente differenti?

L: Potremmo dire che di Elli condivido un po’ tutti i difetti: sono timida, insicura, ho poco fiducia in me stessa, sono testarda e via dicendo. Purtroppo però mi mancano molti dei suoi pregi: non sono coraggiosa come lei – dubito che al suo posto sarei stata capace di affrontare tutti i guai che le ho fatto passare – né così altruista. Un aspetto “positivo” che invece condividiamo è probabilmente l’immaginazione e l’empatia nei confronti degli altri, nonché il valore attribuito ai legami d’amicizia (pochi ma buoni).

M:  Quella di immaginare la vita e il passato delle persone che si incontrano casualmente per strada, oltre ad essere una caratteristica di Elli, è anche una tua peculiarità?

L: Domanda molto azzeccata. Perché tutto questo deriva interamente da un’abitudine, probabilmente un po’ indiscreta, che ho sempre avuto. Se una persona per qualche motivo mi colpisce – può essere lo sguardo, la postura, il modo di vestire, un brano di una conversazione colto per caso – la mia immaginazione si mette in moto senza controllo. Quando iniziai a scrivere il primo capitolo del romanzo, in effetti, doveva trattarsi semplicemente di questo: avevo deciso di affibbiare al personaggio questa mia caratteristica, senza nessuna connotazione sovrannaturale (in quel momento, non avevo idea che avrei scritto un fantasy). A quel punto, però, mi solleticò l’idea di andare oltre: e se nel caso della mia protagonista non si fosse trattato di semplice immaginazione? E’ in questo modo che il mio libro ha imboccato, senza quasi che me ne rendessi conto, la strada che l’avrebbe portato a diventare un urban fantasy.

M:  Non pensi che la scelta di attribuire ai Custodi, le creature malvagie che nel tuo libro governano il mondo, una natura assolutamente malvagia, li renda un poco monodimensionali? Considerato tra l'altro che di loro sappiamo molto poco...

L: Sì, in effetti i Custodi sono decisamente monodimensionali, e non a caso diversi lettori me l’hanno fatto notare. In realtà però c’è un motivo ben preciso per questo aspetto della storia, qualcosa che ha a che fare con le loro origini e con la loro vera natura. Perché in effetti, chi sono davvero i Custodi?Da dove hanno avuto origine e da cosa derivano i loro poteri?Purtroppo non posso dire di più: sono domande che troveranno una risposta soltanto alla fine della saga.

M: Ultima domanda: a che punto è la stesura del terzo libro della trilogia?

L: Il terzo libro è a buon punto. Ho superato i tre quarti della stesura e al momento sono impegnata a fare il “punto della situazione”. E’ arrivato infatti il momento di raccogliere le idee per il finale e di dare una risposta a tutte le domande in sospeso.
M:  Grazie mille Loredana, sei stata davvero molto disponibile!

L: E’ stato un piacere. Grazie a te per lo spazio e il tempo che hai dedicato a me e al mio libro.


Loredana La Puma
Loredana La Puma vive a Palermo, dov’è nata nel 1981. Nel marzo 2008 si è laureata in Scienze e Tecnologie dello Spettacolo con una tesi su Il signore degli anelli. Appassionata di libri e di scrittura fin dall’infanzia, negli ultimi anni ha sviluppato un particolare interesse per il genere fantasy.
Ha esordito come autrice nel 2008 con il romanzo Il cerchio si è chiuso.
 

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