venerdì 15 luglio 2011

Il tempio degli Otaku... Ventunesimo appuntamento "“Puella Magi ★ Madoka Magica”"


Scritto da Surymae Rossweisse


Salve a tutti, e benvenuti alla ventunesima puntata de “Il tempio degli Otaku”. Lo ammetto: dal punto di vista delle mie opere preferite, io sono ancora nel secolo scorso. I dischi che mi piacciono di più sono, nella migliore delle ipotesi, della seconda metà degli anni '90; uno dei romanzi che amo maggiormente è stato pubblicato per la prima volta negli anni '50; e anche in questa rubrica, spesso saltano fuori titoli piuttosto datati – diamine, basti pensare ai due appuntamenti precedenti!
Cosa c'entra tutto questo con l'anime di oggi? Beh, era soltanto per occupare spazio nell'intr... ehm, per dirvi che questo venerdì si va nella direzione opposta, con un'opera che più recente non si può: è di quest'anno. Ultimamente, su Internet, vedi soltanto questa serie: la gente ha come avatar i protagonisti e discute vivacemente sulla sua trama complessa; pensate che il giorno della trasmissione dell'ultimo episodio (tra l'altro rimandato per rispetto delle vittime del terremoto dell'11 marzo) alcuni negozianti hanno aperto in ritardo per vedersi con calma il finale. Sarà una meteora, un'opera che gode di un eccezionale periodo di popolarità? Oppure... stiamo avendo a che fare con qualcosa destinato a rimanere, che potrebbe seriamente cambiare il futuro dell'animazione giapponese? Solo il tempo ce lo dirà. Una cosa è certa: quest'opera non è certamente la solita robetta mainstream tanto popolare quanto superficiale. Nossignore. Allora, siete curiosi? Bene: vi presento l'anime “Puella Magi ★ Madoka Magica”.

NOTA BENE: Pochissimo tempo fa la serie è stata acquistata (in gergo, licenziata) in Italia. A suo tempo, io l'ho vista completa con il fansub (audio giapponese + sottotitoli fatti da fan), che è l'unica maniera possibile per vedere anime quando non sono ancora stati licenziati da noi. Peccato solo che, per quanto agile, non sia un metodo legale... A voi la scelta, quindi: vedervi in anticipo l'opera violando i diritti oppure aspettare qualche mese per un passaggio in televisione o in DVD? Io vi ho avvertiti...

Madoka Kaname è, all'apparenza, una ragazzina come tutte le altre. La sua vita è talmente normale da risultare quasi monotona: una famiglia felice, delle amiche a cui è piuttosto affezionata... non ha nessun particolare talento, ma tutto questo viene compensato da un carattere dolce e gentile. 
Un giorno fa uno strano sogno in cui una ragazza combatte contro un essere maligno. La mattina dopo si reca a scuola e scopre che la protagonista del sogno, Homura Akemi, si è appena trasferita nella sua classe. Possibile che le due si conoscano già? Il consiglio che quest'ultima le dà nell'ambito di una strana conversazione - non cambiare mai se non si vuole perdere tutto ciò che si ha di più caro - sembra confermare quest'ipotesi, ma Madoka è certa di non averla mai incontrata al di fuori del suo sogno...
Quello stesso pomeriggio la ragazza e la sua amica Sayaka Miki si recano in un centro commerciale. Qui Madoka sente qualcuno che le chiede di aiutarlo. La voce appartiene a Kyuubey, uno strano animaletto che giace ferito in un'ala in manutenzione. La responsabile di ciò è Homura, vestita in uno strano modo ed armata, che chiede alle ragazze di non impicciarsi. Le due non la ascoltano e fuggono con la bestia, ma di lì a poco l'ambiente deserto del centro commerciale muta in uno strano labirinto popolato da creature bizzarre e spaventose.
Ad aiutare Madoka e Sayaka nella spinosa situazione arriva un'altra ragazza: Mami Tomoe, una mahou shojo. Cos'è una mahou shojo? In italiano, potremmo definirla una “ragazza magica”: infatti il compito di Mami e le altre (come Homura, ad esempio) è combattere le streghe. Scordatevi la donna con il cappello a punta, vestita di nero e che vola sulla scopa: qui la strega non ha una forma antropomorfa, bensì il dedalo in cui erano incappate poco prima Madoka e Sayaka. Per la precisione quella era la barriera, ossia il “guscio” dove si nascondono la strega e i suoi famigli. Potremmo paragonare l'azione delle streghe a quella dei parassiti: come questi ultimi si nutrono causando danno ad organismi ospiti, così gli spiriti si alimentano con i sentimenti negativi degli umani, come disperazione, gelosia, ecc. Non a caso, spiega Mami, spesso dietro casi di suicidi o omicidi c'è proprio una strega.
Kyuubey ha un ruolo di primo piano nei rapporti tra le mahou shojo e le streghe. Lui, infatti, è colui che “recluta” le ragazze, facendo sottoscrivere loro un contratto: se rischieranno la vita in battaglia  lui, in cambio, realizzerà un loro desiderio, senza limiti di sorta. Già che c'è, la bestia ne approfitta per chiedere a Sayaka e Madoka se desiderano diventare mahou shojo: in particolare la seconda sembrerebbe avere un potenziale magico non indifferente. Lei, però, è indecisa. Da un lato c'è Mami, che utilizza il suo potere esclusivamente per rendersi utile agli altri; dall'altro lato, però, ci sono Homura ed i suoi avvertimenti. Sul momento Madoka predilige la seconda opzione, rifiutando l'offerta. E per fortuna, perché essere una ragazza magica non è tutto rose e fiori...

Se chiedete ad un fan di dirvi qualcosa su “Puella Magi...” quasi sicuramente vi dirà per prima cosa come questa serie sia diversa dagli altri majokko (opere su maghette). In particolare vi citerà come spartiacque il terzo episodio, dove avviene un fatto che non si trova molto spesso nelle altre serie del genere. Tutto vero, ma non è abbastanza. Già nelle prime puntate si nota che l'atmosfera allegra che permea di solito i majokko è solo di facciata: tutto, dalle musiche alla regia passando per il personaggio di Homura, lascia presagire che qualcosa di tragico sta per abbattersi sulle protagoniste. Per capirlo non c'è nemmeno bisogno di andare fino al terzo episodio: basterebbe anche solo guardare i primi due minuti della serie, decisamente inquietanti. Dalla puntata numero cinque, poi, la situazione degenera definitivamente: le rivelazioni tragiche si susseguono l'una dietro l'altra in un ritmo forsennato, gli equilibri mentali dei personaggi vengono messi sempre più a dura prova, e lo stesso spettatore non sa più se auspicarsi che Madoka firmi quel contratto – sbaglio o la serie si chiama “Madoka Magica”? - oppure no.
Senza dubbio chi spinge più la trama verso cupi orizzonti è Kyuubey, piuttosto diverso dai suoi teneri predecessori. Non parliamo soltanto di una mascotte, o di un animaletto parlante: parliamo un vero e proprio personaggio tridimensionale, forse persino più importante delle mahou shojo stesse – non sarebbe un azzardo pensare a lui come il motore della storia. E' infatti in grado di omettere verità scomode, nonché di manipolare psicologicamente le sue “protette” arrivando in alcuni casi a dei veri e propri ricatti emotivi. Altro fattore inquietante è che per tutta la serie ha al massimo due espressioni facciali: non esattamente l'animaletto che tutti vorremo avere in casa...
Torniamo alle mahou shojo: essendo tante e avendo lo stesso scopo, ci si aspetterebbe che collaborino tra di loro, come da tradizione nei majokko. Sbagliato: ogni ragazza magica lavora per conto proprio, e anche le più buone non sopportano le intrusioni delle altre nei “loro” combattimenti. Come mai? Una ragione potrebbe essere la mera competizione: ogni strega sconfitta lascia un -e uno soltanto- “Grief Seed”, una pietra che può ricaricare le energie magiche della combattente e purificare la gemma che le dà i poteri, la “Soul Gem”. Capirete quindi che si tratta di una ricompensa piuttosto ambita. Ma non è solo questo. Avete presente che spesso, quando delle persone condividono una situazione tragica, invece di parlarne tra di loro si chiudono in sè stesse e diventano scontrose? Le mahou shojo fanno così. Ognuna delle protagoniste reagisce a modo suo alle tragiche rivelazioni sulle ragazze magiche: chi si fa prendere dalla rabbia, chi ne rimane ferita,  chi cerca in tutti i modi una soluzione... Anche i motivi per cui diventano mahou shojo, e il modo in cui combattono, sono motivi di divisione: e anche quando scoprono che in realtà non sono così differenti si ergono comunque muri di incomprensione. Fattore importante, inoltre, è che spesso le ragazze, al di fuori dell'“ambiente lavorativo” sono completamente sole. Ad esempio: su cinque mahou shojo presenti nella serie ben tre non hanno una famiglia. Lo stesso discorso vale per i rapporti d'amicizia, che anche se presenti non è comunque detto che riescano a sopravvivere al tragico fato delle ragazze. Non aiuta nemmeno il fatto che se una combattente muore nella dimensione magica il suo corpo non viene più ritrovato nel nostro mondo, dando così per eterna scomparsa la sua proprietaria.
In questa atmosfera piena di allegria e buoni sentimenti chi ha un ruolo centrale è Madoka: la sua posizione di eterna candidata a mahou shojo, nonché il suo carattere semplice, la portano ad essere sempre alla pari dello spettatore. Naturalmente nel corso della serie subirà una maturazione non indifferente, ed anche per questo sarà facile affezionarsi a lei. Lo stesso vale per le comprimarie. Ad esempio, Sayaka: sembra che il pubblico nipponico non la adori, ma non si può negare che la sua (triste) storia sia toccante e ben approfondita. Anche Homura è perfettamente resa nei suoi atteggiamenti controversi: tranquilli, prima o poi saprete perché si comporta così – non certo per capriccio. Ma a ben guardare si potrebbe parlare in questo modo di tutti i personaggi...

Il comparto tecnico è decisamente buono: non è una novità negli anime recenti, ma fa comunque la sua figura. La regia di Akiyuki Shinbo è inquietante quanto basta, così come la fotografia; il doppiaggio giapponese è azzeccato e fatto con cura; le musiche composte da Yuki Kajiura, poi, sono semplicemente spettacolari. Le sigle di apertura e chiusura inoltre spiegano parecchie cose sulla serie, sia per quanto riguarda i testi che le immagini che le accompagnano.

Non c'è di che lamentarsi, no? A dire il vero un po' sì: ci sarebbe ancora tantissimo da dire, ma temo che dovrei affittare l'intero blog per avere lo spazio sufficiente... E temo di non poterlo fare! Non mi resta che salutarvi, e rimandarvi alla prossima settimana con un'altra opera su “Il tempio degli Otaku”!

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